lunedì 12 settembre 2016

Una soluzione per l'immigrazione


Nel blog in cui mi occupo prevalentemente di motorismo ed affini, ho espresso diverse volte la mia opinione sui problemi generati dal traffico veicolare nelle città e sul resto della nostra rete viaria.
Secondo tale visione, non sarà mai possibile risolvere alcun problema finché si pretende di lavorare (solo) sugli effetti lasciando inalterate le cause.
Sarebbe come pretendere di guarire qualcuno (solo) somministrandogli medicine: con dei trattamenti allopatici si può agire sulla sintomatologia, non certo sull'eziologia della cosiddetta malattia. 

Appare ridicolo quindi sperare di risolvere i problemi del traffico inserendo divieti o limitazioni localizzate senza lavorare sui presupposti per i quali gli utenti delle strade sono costretti a spostarsi reiteratamente e per i quali delle
merci debbano essere trasportate su lunghe distanze, quando magari in zona se ne trovano di simili.
Adottando lo stesso punto di vista al problema dell'immigrazione forzata che sta subendo l'Italia, molte voci stanno urlando - già dai tempi di Malcom X negli USA - che si otterrebbero risultati ben maggiori aiutando i Paesi da cui provengono sia i migranti illegittimi (il 95% del totale) sia i richiedenti asilo per motivi politici o di guerra (il rimanente 5%).
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Nel primo caso, si potrebbe collaborare proficuamente con i governi per favorire lo sviluppo economico dei Paesi di provenienza, investendo in loco.
In alcuni casi si tratta di Paesi in cui sono reperibili materie prime ed energie rinnovabili ed in ogni caso forza lavoro a prezzi sicuramente inferiori a quelli nazionali.
Degli incentivi governativi (pura utopia, lo so) potrebbero essere elargiti ad imprenditori interessati ad investire in determinati Paesi.
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Nel secondo caso è più difficile perché per aiutare i Paesi dai quali si fugge per guerra o persecuzioni, sarebbe necessario schierarci contro gli USA che in genere sono i primi se non gli unici responsabili del verificarsi di determinate condizioni. E sappiamo bene, purtroppo, che questo non è possibile essendo una loro dipendenza. Ma il problema riguarda solo il 5% degli immigrati quindi è di gran lunga meno significativo ed alla nostra portata, visto che nonostante tutto siamo ancora uno dei Paesi più ricchi del mondo. 

Viene da chiedersi: "Ma cosa sanno dell'Italia i migranti economici che scelgono questa meta?"
Sappiamo che si tratta per il 90% di maschi tra i 25 ed i 35 anni sicuramente benestanti nel loro Paese visto il potere d'acquisto della cifra spesa per il "passaggio" illegale.
Con tale cifra, in molti Paesi di provenienza è possibile comprare una casa, aprire un'attività o crearsi in qualche altro modo una buona base di sussistenza.
Evidentemente, per quello che sono venuti a sapere, immaginano di poter trarre profitti maggiori venendo da clandestini nel nostro Paese.
TUTTI avranno avuto, nelle loro case di origine, una televisione e quasi tutti un apparecchio, portatile o no, per collegarsi ad internet e allora sapranno bene cosa aspettarsi dall'Italia. Inoltre, molte altre notizie (vere o false che siano) potrebbero averle ricevute dai trasportatori.

Innanzitutto sapranno che l'Italia, invece di respingere, accoglie chiunque senza neanche chiedergli chi è in realtà e perché mai decide di venire proprio da noi.

Poi sapranno che una volta arrivati qui verranno assistiti e coccolati come bambini, finanziati con una paghetta, alloggiati meglio dei bisognosi italiani ed anche sfamati, nonostante molti di loro mostrino di non gradire il nostro cibo.

Trattandosi per il 90% di maschi giovani, verrà loro detto che le donne italiane sono "facili" (o potranno immaginarselo - magari a torto ma non importa - solo guardando come si espongono nei media nazionali) e anche se se le prendono con la forza, lo Stato si limita ad una tirata d'orecchi ma poi li lascia a piede libero.

Sapranno bene anche che potranno utilizzare impunemente i trasporti pubblici senza pagare alcunché, che le Forze dell'Ordine hanno con loro le mani legate e che i cittadini regolari vengono incarcerati se tentano di difendersi dai loro soprusi e dalle loro violenze. Un bell'incentivo che ricorda il diritto di stupro e saccheggio concesso per 48 ore alle truppe marocchine al seguito dell'occupazione americana all'epilogo della Seconda Guerra Mondiale.
In quella occasione, molti riuscirono a scamparla nascondendosi per quei due giorni, ora è peggio perché i diritti di stupro e saccheggio sono garantiti in maniera permanente.

Io avrei un'idea che basterebbe a far loro cambiare idea sulle piacevolezze che offre la nostra penisola.
Sarebbe sufficiente inquadrarli fiscalmente non appena sbarcati, identificandoli con un Codice Fiscale comunicato immediatamente all'Agenzia delle Entrate ed alla sua consociata criminale Equitalia. In tal modo comincerebebro a ricevere da subito le stesse cartelle esattoriali che riceve il cittadino medio italiano, compreso quel 20% accertato di ruoli FALSI emessi da Equitalia.
In tal modo, capirebbero subito che aria tira realmente in Italia e non ci penserebbero due volte a prenotare un biglietto di ritorno per il loro Paese, senza ulteriori sforzi né investimenti da parte nostra anzi lo Stato potrebbe spillar loro qualche spicciolo che potrebbe andare a coprire le spese che affrontiamo per loro stessi.