sabato 24 settembre 2016

Quale terremoto?


In ambito mediatico, trenta giorni sono un periodo sufficientemente lungo per causare un calo d'interesse tra i fruitori del servizio, abituati a prestare interesse solo per gli scoop, spesso interrompendo la masticazione di qualcosa di croccante per ascoltare meglio, per poi riprendere a masticare e - contemporaneamente - cominciare a commentare durante gli approfondimenti, chiedendo in giro per casa se sia finalmente pronto da mangiare.
Con questo livello di attenzione è inevitabile che una notizia, per quanto significativa, dopo un mese non "venda" più come nei primi giorni e allora o è rinnovata per gravità (un nuovo elemento drammatico e significativo va a costituire di per sé uno scoop) oppure passa in secondo piano sovrastata da notizie che sembrano essere più urgenti (ad esempio un attentato dalle conseguenze ancora più gravi del precedente: questo spiega in parte la
reiterazione di atti venduti dai media come "terroristici").

E così, gli aggiornamenti riguardo il pur recente sisma cel Centro Italia sono scalzati via dalla prima pagina - anche per non ricordare agli italiani che i sopravvissuti si sono in gran parte dovuti arrangiare per conto loro grazie ad amici, parenti ed eventuali risparmi pregressi mentre i soldi per i migranti illegittimi, chissà come in questa "povera" Italia si trovano sempre.
Stamattina da un lancio giornalistico ho appreso della notizia di un forte terremoto in Giappone che sarebbe anche di rilievo se i terremoti nel Paese del Sol Levante non fossero pressoché all'ordine del giorno e non causassero quasi alcun danno grazie all'adeguatezza delle strutture.