mercoledì 23 agosto 2017

L'incitamento all'odio diventa monopolio di Stato

Con le recenti iniziative da parte del Ministero della Giustizia volte ad individuare ed eliminare dalla rete articoli e commenti in cui sarebbero ravvisabili "incitamenti all'odio", lo Stato, attraverso i media allineati, si riserva il diritto di incitare all'odio contro determinati individui o gruppi sociali scomodi (basti pensare all'accezione negativa con cui, nei media di regime, un'idea o un personaggio vengono definiti "di destra" oppure alla persecuzione messa in atto
contro liberi informatori come Rosario Marcianò, l'allontanamento di Paolo Barnard dalla RaI, ecc.) oppure contro i nemici del sionismo israelo-americano.
A riguardo, basti pensare alle vere e proprie campagne d'odio istituzionali messe in atto utilizzando anche sfacciate menzogne contro personaggi politici italiani ed esteri come Craxi, Andreotti, Milosevic, Gheddafi ed ora Assad e Kim Jong-un - solo per citare i primi che mi vengono in mente. Tutti personaggi la cui unica colpa - fino a prova contraria - è stata ed è quella di non volersi piegare o arrendersi all'espansionismo imperialista di matrice sionista israelo-americana.

Nell'economia di guerra, il primo passo per creare un nemico è disumanizzarlo salvo poi essere smentiti dalla Storia, com'è accaduto ad esempio per Hitler e Mussolini che, guarda un po' erano degli esseri umani come tutti gli altri, solo che hanno entrambi fatto l'errore di fidarsi degli inglesi (sto incitando all'odio o semplicemente ad una lettura disincantata della storia?).
E' ancora recente l'eco della peraltro non sopita campagna di discredito contro il regolarmente eletto Presidente americano Trump che in patria, grazie ad un diffuso consenso, è riuscito a prevalere nonostante avesse contro ben 57 media main stream su 59, bugie diffuse a mezzo stampa ed una serie di manifestazioni contro di lui messe in atto con gran dispiego di mezzi utilizzando figuranti retribuiti all'ora.

Essendo una colonia americana, soprattutto dal punto di vista (in)culturale, anche l'Italia utilizza il discredito e le campagne d'odio di regime per orientare l'opinione pubblica che purtroppo appare ancora plasmabile dalle verità distorte o plateali falsità che vengono diffuse dai TG.
Nel mondo capovolto in cui ci troviamo, le notizie vere diventano Fake News (ma perché utilizzare una lingua così approssimativa ed ignorante come l'inglese?!?) e la propaganda diventa verità ufficiale ed incontrovertibile: per aver prova di questo, basti prendere atto di quali loschi personaggi facciano parte della squadra di censori in rete allestita dal Presidente Ineletto Boldrina.
La censura ed il reato d'opinione sono i primi atti con cui si conclama una dittatura: la storia ce lo insegna bisogna prenderne coscienza e reagire: un Paese che si vanta di essere fondato sulla democrazia non può accontentarsi di trovarsi al 77° posto al mondo per quanto riguarda la libertà d'informazione: con tali iniziative censorie, la nostra posizione, e con essa la nostra libertà personale, non può che peggiorare.