domenica 7 maggio 2017

Legittima difesa: un incentivo alla movida


Prendiamo in considerazione una probabile conseguenza delle recenti disposizioni in materia di (poco) legittima difesa: uno spostamento degli orari di lavoro dal giorno alla notte.
Essendo più sicuro lavorare di notte, sia per gestori di attività che clienti, diventa conveniente sfruttare maggiormente la relativa fascia in cui si è maggiormente legittimati a difendersi, con minor rischio di passare dalla parte del torto in caso di aggressione.
Attività elettivamente a rischio come le gioiellerie potrebbero essere spinte ad adottare un orario esclusivamente notturno, magari nell'ambito di centri commerciali, e questo potrebbe creare a cascata un indotto dedicato a queste fasce orarie. Esse non coinciderebbero più con gli orari lavorativi di uffici ed Enti pubblici e la densità circolatoria potrebbe risentirne positivamente.
Certo aumenterebbe il rumore di fondo notturno di tutti i centri urbani ma questa è una conseguenza inevitabile e magari voluta nel senso di indurre un maggiore stress nel suddito comune ai fini di debilitarlo e controllarlo (ancora) meglio.

Mai più strade deserte di notte

Parallelamente, siccome da quando il mondo è mondo le armi e la possibilità di usarle per difendersi sono state sempre il principale elemento di dissuasione, se non l'unico, rapinatori ed altro tipo di malavitosi troverebbero conveniente agire solo di giorno e quindi la loro attività, concentrata in un orario più ridotto, potrebbe necessitare di una sorta di coprifuoco per le loro potenziali vittime, enfatizzando una condizione da far west - giungla urbana nelle ore diurne.
Rimarrebbe da capire che scelte adottare per gli orari delle scuole.

Considerazioni surreali? No: lo è la nuova disciplina sulla Legittima Difesa, da poche ore colpevolmente sottoscritta anche dai nemici della cittadinanza che risiedono al Senato.

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