venerdì 21 ottobre 2016

Parlare di immigrazione con cognizione di causa


Nelle discussioni dò spesso l'impressione di non volermi confrontare o di non avere alcuna opinione su dei particolari aspetti delle questioni solo perché tendo a radicalizzare il mio punto di vista, focalizzando le cause e non mettendo neanche in discussione gli effetti.
Ma come si fa, ad esempio, ad avere un'opinione sulla migrazione nel nostro Paese ed a discutere dello stesso concetto neo sovietico di Europa Unita se non si conosce il Piano Kalergi?!? [vedi link di approfondimento]
E' perfettamente inutile discutere sul da farsi, sugli effetti, ignorando del tutto che il fenomeno della migrazione è dovuto ad una pianificazione attuata metodicamente da decenni. Nulla di più lontano dall'essere un fenomeno spontaneo o di contingenza!



Specifico che, a rigor di semantica, il termine "immigrazione" non può essere utilizzato per definire il fenomeno in corso perché immigrazione significa integrarsi in un altro Paese accettandone, senza metterli in discussione, cultura, usi e costumi, come abbiamo fatto noi da emigranti (e turisti).
Quello che sta succedendo in Italia è nettamente diverso: approfittando della nostra debolezza culturale e mancanza di riconoscimento in un'identità nazionale, è in corso una migrazione epocale in cui ogni gruppo etnico porta con sé la sua visione del mondo e pretende d'imporla a noi. Ed in parte ci riesce grazie al masochismo culturale molto diffuso tra i politici e troppo anche tra i privati cittadini.
Individuo ora tre problemi fondamentali, al di là delle dinamiche economiche provocate da questa catastrofe sociale.

1) problema etnico-religioso - L'impatto creato dagli immigrati cinesi sulla nostra società è basso solo perché, in poche parole, pensano solo a lavorare e non danno fastidio se non sono infastiditi. Inoltre non esternano né impongono al prossimo ritualità o comportamenti pubblici di tipo religioso. Gran parte degli utili che producono li reinvestono in Italia in consumi ed attività produttive.
Ma per quanto riguarda gli africani, e anche se in misura minore gli asiatici, per tutti in particolar modo se di fede musulmana, non si può dire la stessa cosa. Un musulmano osservante pretende di disporre di luoghi di culto, di pregare cinque volte al giorno dovunque si trovi e qualsiasi attività stia svolgendo, non ammette il consumo di alcolici e di carne di maiale neanche per il prossimo, considera le donne come subordinate e non vuole vederle in costumi a suo giudizio discinti.
E' evidente che solo un pazzo furioso nonché idiota e socialmente autolesionista, può ammettere che esseri umani così intolleranti e culturalmente arretrati si rechino in massa in paesi culturalmente diversi: il risultato non può che essere quello di creare tensioni e disagio sociale per tutti.

2) problema sociale - L'85% dei migranti è composto da maschi dai 25 ed i 35 anni: favorire l'immigrazione di un campione di popolazione fortemente sbilanciato verso un sesso e compreso in una ristretta fascia d'età, non può che comportare uno sbilancio nell'equilibrio numerico tra i due sessi nel Paese.

3) problema razziale - un aspetto che non ho mai sentito prendere in considerazione  dagli "esperti" è che i maschi di razza negra hanno livelli di testosterone superiori a quelli nostri. Ciò significa che per loro il desiderio sessuale è più forte e più difficilmente controllabile e nessuno ha il diritto di incolparli per questo. Ma se a questo si aggiunge, ancora una volta, che si tratta di un campione di popolazione prevalentemente maschile, giovane, che considera le donne come subordinate, sono culturalmente indottrinati dall'Islam che le donne "mezze nude" sono tutte puttane da utilizzare a piacimento, per favorirne la migrazione viene loro detto che in questo Paese si può fare impuniti ciò che si vuole, allora ecco confezionata una bomba razziale. E, ripeto, non si può neanche incolparli di questo: la colpa è di chi li fa entrare con questi presupposti: quasi solo maschi giovani ed intolleranti.
Inutile dire che la presenza di loro donne incide pochissimo in quanto la stragrande maggioranza di loro sono nigeriane destinate alla prostituzione e non certo alla riproduzione.

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Stamattina mi è capitato di ascoltare, in un dibattito televisivo, le opinioni di alcuni agenti - consapevoli o inconsapevoli che fossero ma comunque colpevoli - impegnati nella propaganda pro-migrazione adducendo presupposti manifestamente FALSI!

Emigranti italiani
Uno dei cavalli di battaglia dei sostenitori della pulizia etnica interna del nostro Paese è che anche noi italiani siamo stati migranti.
Bene, allora è innanzitutto necessario SAPERE che la necessità di emigrare ma anche di FUGGIRE dalle terre italiche è nata con la soppressione, voluta ed attuata dagli inglesi, del Regno delle Due Sicilie che rappresentava all'epoca lo stato dell'arte dei diritti sociali e dello sviluppo, nel quale il livello di disoccupazione era tra i più bassi del mondo.
Successivamente, dopo la Prima Guerra Mondiale, l'ancor giovane Italia - bravissima a perdere le guerre - era distrutta, in particolar modo dal punto di vista della popolazione e delle attività produttive, non essendo ancora le armi usate in quella guerra, capaci di apportare distruzioni a tappeto come nelle guerre successive.
Ma a parte i presupposti, c'è una sostanziale differenza tra i nostri migranti e quelli che stanno appestando - e non solo metaforicamente - il nostro Paese:
- NOI migravamo in cerca di lavoro e nel pieno rispetto delle leggi locali (Belgio, Germania, USA, ecc.) e non ci aspettavamo - né ottenevamo - alcun aiuto a fondo perduto:
- LORO vengono da noi perché qualcuno li ha istruiti bene sul fatto che il nostro Paese è un Bengodi per chiunque calpesti indebitamente il suo suolo, alimenta e finanzia tutti gli stranieri, li lascia liberi di delinquere col risibile spauracchio di pene irrisorie e quasi sempre mai applicate, quasi a promettere loro lo stesso diritto di Stupro e Saccheggio assicurato dai francesi alle truppe marocchine impiegate contro l'esercito tedesco in ritirata dal nostro Paese.
Con la differenza però che il diritto che ebbero tali truppe durò "solo" 50 ore mentre quello di cui godono gli attuali migranti è permanente.
Inoltre, verranno sicuramente edotti del fatto che l'Italia è il Paese al mondo in cui sono maggiormente tutelati i diritti di chi commette reati mentre le vittime vengono arrestate per direttissima se cercano di difendersi e spesso condannate a versare agli aggressori anche consistenti rimborsi, in nome di una legge sulla Legittima Difesa che è in realtà una vuota figura retorica, applicata solo quando è preceduta dalla specifica "Eccesso di".
Per cui, a rigor di legge, al cittadino italiano converrebbe sempre uccidere l'aggressore anziché fargli male per bloccarne le intenzioni.

Quanto appena detto, spiega l'annoso fenomeno della migrazione criminale dalla Romania, Paese in cui i delinquenti vengono arrestati e decisamente "dissuasi" dal continuare a delinquere. I criminali professionisti rumeni, per continuare a professare la loro attività pressoché indisturbati, non possono che espatriare in Italia.

Densità di popolazione
Un altro argomento di propaganda è - altrettanto FALSO - che il nostro Paese abbia necessità di essere ripopolato vista la nostra scarsa prolificità, una menzogna colossale:
- Il nostro è già un Paese molto densamente popolato, conseguenza diretta del boom economico degli anni '60;
- Non esiste alcun vantaggio sociale o economico ad incrementare il numero di abitanti nel nostro Paese. La migliore cosa sarebbe cercare di stabilizzarlo mettendo tutte le coppie ITALIANE nelle condizioni economiche e sociali per poter provvedere, senza problemi, a due figli ciascuna.
- In ogni caso, la maggioranza di italiani che sceglie di non avere figli lo fa perché calcola di non essere in grado di poterseli permettere: non ha senso aiutare gli stranieri a farli, basterebbe incentivare gli italiani.
- Dal punto di vista economico non c'è alcun bisogno di crescere in maniera indefinita perché il PIL non riflette né il benessere né l'effettivo tenore di vita dei cittadini. Anzi, a parità di ricchezza nazionale, essere di meno è un vantaggio paragonabile a quello di una maggior ricchezza individuale. Oltretutto la produttività industriale è in costante aumento grazie alla sempre più spinta meccanizzazione, settore progettuale e realizzativo in cui l'Italia è ai massimi livelli nel mondo: più che di manodopera, l'Italia ha bisogno di materie prime ed incentivi per gli imprenditori e per l'industria.
- Non è vero che i migranti di oggi pagano e pagheranno le nostre pensioni domani prima di tutto perché le pensioni non sono altro che la parziale restituzione dei contributi versati per una vita, secondariamente perché i migranti producono poco o nulla e soprattutto non pagano tasse - almeno per il momento - per cui rappresentano solo un costo, oltre che ad un enorme problema sociale e di pubblica sicurezza.
- Anche se fosse realmente conveniente aumentare numericamente la popolazione, non è favorendo l'immigrazione di soli maschi che si risolve il problema: di "produttori di sperma" ce ne sono abbastanza in Italia per incrementare le nascite: quello che mancherebbe - sempre nel caso - sono le femmine in età fertile.
Sottolineo questo perché è assodato che almeno l'85% dei migranti è formato da maschi tra i 25 ed i 35 anni (come già detto): è inutile che le telecamere dei TG inquadrino solo le poche donne che si portano dietro oppure i bambini che sono per lo più destinati alla vendita a cifre che vanno dai 30.000 ai 50.000€ l'uno. (Ne spariscono migliaia all'anno - vedi link a margine - utilizzati poi nei modi criminalmente più disparati come adozioni illegali - non sempre innocue o salvifiche per i bambini - snuff movies, sacrifici umani, predazione di organi. Non a caso, si dice che  per i criminali i bambini sono come i maiali: di loro non si butta via nulla.)
Se qualcuno non ha un'idea realistica dell'aspetto che di norma hanno i veri profughi di guerra, prima di tutto deve immaginare (ed accertarsi) che provengano da aree in cui sono effettivamente in corso guerre.
Poi, semplicemente valutando il loro aspetto, si potrà accorgere che sono quasi sempre denutriti, spesso mutilati o invalidi ed appartenenti a tutti i gruppi sociali (donne, uomini, vecchi e bambini) ma con minor frequenza tra i maschi tra i 20 ed i 40 anni che in genere sono "trattenuti" - ammesso che siano ancora in vita - dalle incombenze belliche nel loro Paese: in pratica, un campione sociale del tutto opposto a quello che ci viene propagandato dai media come formato principalmente da "profughi".

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