giovedì 4 ottobre 2018

Aggravante razzista per Traini

L'aspirante nonché maldestro giustiziere Luca Traini è stato condannato con l'aggravante di odio razziale da parte dei magistrati. Nel senso che i magistrati hanno emesso una sentenza condizionata dal loro atteggiamento razzista.
Lo ridico in un altro modo.
Non v'è dubbio - neanche per i giudici - che il Traini abbia posto in atto una squinternata e poco efficacie vendetta a fronte del brutale omicidio e smembramento della sua giovane concittadina Pamela, identificando come suoi carnefici un gruppo di spacciatori presunti violentatori, torturatori, assassini nonché antropofagi. Il problema per Traini nasce nel momento in cui i magistrati, invece di tener conto che la Legge è Uguale per Tutti, hanno tenuto conto che il gruppo di spacciatori presunti violentatori, torturatori, assassini nonché antropofagi verso cui ha agito Traini sono tutti di razza
negra africana.
Quindi, in base a norme non previste dal nostro Codice Penale, hanno arbitrariamente aumentato la pena inflitta a Traini solo perché hanno ritenuto che atti contro spacciatori presunti violentatori, torturatori, assassini nonché antropofagi siano da considerare più gravi del normale se rivolti contro spacciatori presunti violentatori, torturatori, assassini nonché antropofagi negri denotando un deplorevole atteggiamento razzista nel loro operato.
Del resto non può essere ascritta certo a Traini l'incidentalità che il gruppo di
spacciatori presunti violentatori, torturatori, assassini nonché antropofagi fossero tutti negri. Baste con questi atteggiamenti razzisti.
Che poi, riscontrare che ormai la delinquenza a vari livelli sta sempre di più diventando monopolio straniero è un dato statistico, non razzista.

Agendo in maniera più equa e rispettosa dell'assassinio della giovane Pamela, difesa troppo tardi solo da Traini, avrebbero dovuto giustamente ritenere anche il suo atto come occasionale, come hanno fatto dei loro colleghi nei confronti dei trafficanti di migranti illegali: