lunedì 15 ottobre 2018

Ma il Reddito di Cittadinanza è più inutile o più dannoso?

Ammettendo senza concedere che una volta in vigore il RdC non diventi un reddito "d'immigranza", proviamo ad interrogarci sulla sua effettiva (in)utilità o, in alternativa, sul danno economico e sociale che può arrecare al Paese una misura vetero-assistenzialista del genere.
Simile per certi versi allo spirito con cui fu istituita la Cassa per il Mezzogiorno, il fine del RdC, nella mente dei loro ideatori, dovrebbe costituire un ammortizzatore sociale transitorio per i disoccupati in cerca di lavoro. La CdM si rivelò costituire una grande opportunità sia per le mafie locali che per gli imprenditori settentrionali interessati a delocalizzare in cerca di contributi statali e salari più bassi. Per quanto mal diretto e distribuito, l'enorme sperpero di denaro dello Stato attuato con la CdM, ottenne comunque qualche risultato in termini di ridistribuzione delle risorse dal nord verso il sud, poco importa se
principalmente in mani poco pulite perché alla fine del ciclo del denaro anche i delinquenti spendono i loro soldi in ristoranti, abbigliamento, immobili, gioielli, barche ed auto di lusso. Prescindendo dalla morale e dalla giustizia sociale, almeno sul piano economico la Cdm ottenne qualche risultato di rilievo. C'è da dire però che sul piano territoriale, le provincie che più se ne avvantaggiarono furono principalmente quelle più a nord tra le beneficiate dalla Cassa, in quanto logisticamente più vicine ai mercati di sbocco dei loro prodotti. Questo spiega ad esempio la particolare concentrazione d'industrie in provincia di Frosinone.

Ma il Reddito di Cittadinanza, quali risultati rischia di ottenere?
Purtroppo si tratta del cavallo di battaglia elettorale pentastellato che va realizzato a tutti i costi (sociali) pena uno sputtanamento elettorale del MoVimento che potrebbe essere molto più rapido di quello che si è costruito scientemente il suo predecessore al governo: il Partito Democratico. Non a caso, le intenzioni di voto di molti elettori pentastellati cominciano a mostrare segni di ravvedimento già ora che qualcosina stanno facendo o più che altro dicendo di fare anche se trascinati dalla spinta leghista di Salvini e Co.
Quindi è fortemente remota la possibilità che si rinunci a mantenere una promessa che in termini elettorali ha dato consistenti frutti, particolarmente tra l'elettorato centro-meridionale che si è dimostrato più facilmente abbindolabile con l'assistenzialismo rispetto a quello del nord che pensa a lavorare.
Come al solito concentrati sugli effetti strafottendosene delle cause, i pentastellati immaginano di poter aiutare la  gente a trovare posti di lavoro immaginando che il problema sia quello di trovare lavoro e non quello di favorirne la creazione. Anche senza aver studiato all Bocconi, qualsiasi economista in grado di fare almeno i conti della serva, sa che il lavoro è un'invenzione degli imprenditori ed è pressoché inutile foraggiare i disoccupati se si continuano a mantenere ostacoli burocratici e tassazioni inique ed insopportabili per gli imprenditori.
Se gli stessi fondi previsti per il RdC fossero distribuiti come incentivi agli imprenditori di microimprese (che creano non meno del 90% del PIL italiano) non sarebbe necessario concepire un RcD per i disoccupati perché disoccupati in cerca di lavoro probabilmente non ve ne sarebbero più.
Comprendo la sua valenza di voto di scambio ed il fatto che l'dea abbia colmato il deserto ideologico e concettuale che da sempre caratterizza il Movimento Immobile pentamassonico ma il RdC rischia di costituire un contentino che può spingere molti aspiranti micro-imprenditori a rinunciare all'idea di fare impresa per mettersi in tasca un reddito sicuro una volta iscrittisi alle liste di collocamento. Da imprenditore che molto spesso non riesce a raggiungere i fatidici 780€ al mese, sarei quasi tentato di fare così, non fosse per il mio dannato ottimismo.
Rimane poi da capire se i beneficiati debbano alla fine pagarci le tasse visto che moltiplicato per 12, il RdC supera lo scaglione di 8.000€/anno che costituisce la soglia d'esenzione fiscale.

Per farla breve, la prima cosa da fare per creare benessere e posti di lavoro - oltre ad indire delle elezioni anticipate per lasciare spazio a chi di politica e di economia se ne intende sul serio - sarebbe quella di depenalizzare di fatto il reato di Imprenditoria Privata contro cui lo Stato, attraverso le sue emanazioni costituite da Enti Pubblici, Guarda di Finanza, Magistratura ed Agenzia delle Entrate si accanisce in maniera particolare mostrando per altro un'insolita efficienza anche nella prevenzione. L'effetto negativo primario del RdC potrebbe essere proprio questo: disincentivare sul nascere qualsiasi proposito imprenditoriale e con esso, qualsiasi possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro. Complimenti: una bella prosecuzione dell'opera di distruzione del tessuto produttivo nazionale avviata da Prodi dopo il Colpo di Stato del '92 e diligentemente perpetrata dai suoi successori.