Una delle tecniche disinformative più collaudate ed utilizzate consiste nel deviare una discussione su di un aspetto secondario.
La vita politica del Paese offre esempi quotidiani, addirittura in Italia sta riscuotendo un grosso consenso una formazione politica che deve il suo successo alla condivisione popolare di battaglie mirate esclusivamente a problemi secondari o poco significativi: qualche esempio?
- Eccessivo ammontare degli stipendi ai parlamentari, quando il vero problema consiste nel dato ineludibile che la maggioranza dei nostri parlamentari non solo non è stata eletta dal popolo né lo rappresenta in alcun modo ma lavora indefessamente contro gli interessi dei cittadini e della nazione intera. Personalmente, riterrei molto più conveniente decuplicare gli stipendi a coloro che lavorano per la nazione e trarre in arresto coloro che remano contro. Anche numericamente ci converrebbe.
- Onestà dei politici. Premettendo il dato oggettivo che che se c'è una cosa che la Storia c'insegna è che la sola onestà come requisito di un politico ha sortito spesso effetti nefasti sul Paese amministrato. In realtà, l'onestà è un prerequisito non essenziale per chi è delegato a ricoprire una carica pubblica con successo: l'Italia è piena di esempi che avvalorano questa tesi ed in particolare si potrebbe dare un'occhiata a ciò che è stato fatto di positivo nelle province di Napoli e Salerno negli ultimi decenni in cui amministratori notoriamente legati alla camorra sono stati capaci di realizzare un'imponente ed inusitata serie di opere pubbliche utili e migliorative dei rispettivi capoluoghi. Ragionando senza pregiudizi etico-morali, nessuno si farebbe operare a cuore aperto da un onestissimo chirurgo inesperto, preferendone sicuramente uno capace ed infallibile anche se poco raccomandabile nella vita extra-lavorativa. Eludendo questo presupposto razionale, il Movimento Immobile ha fatto dell'onestà la principale virtù dei suoi rappresentanti mettendo insieme una squadra di onestissimi incapaci, Roma docet. Non a caso, l'attuale leader del Movimento non ha competenza in alcun campo eccetto l'uso di una vuota retorica. E' ovvio che in assenza di capacità critica e competenza dei rappresentanti, la linea politica del partito non può che essere decisa e pilotata in sedi extra parlamentari anzi sovranazionali senza tema di incorrere in ostracismi interni per divergenza di vedute.
- Lotta all'evasione fiscale. Premesso che a livello mediatico e comunicativo, su questo argomento si equivoca pervicacemente su di un aspetto fondamentale: chi dichiara un determinato reddito e poi non paga le tasse NON può essere considerato un evasore fiscale. Se uno intende evadere, molto semplicemente non effettua alcuna dichiarazione del reddito oppure dichiara falsamente meno. Chi dichiara e non paga, EVIDENTEMENTE non riesce a far fronte all'esborso e non fa altro che peggiorare la sua situazione debitoria. Nonostante l'imbecillità sia una patologia molto diffusa nel Paese, nessuno è così idiota da effettuare una dichiarazione di reddito e poi non versare il dovuto se è in grado di farlo. Quindi in cosa consiste il problema sottaciuto? Molto semplice: se una parte consistente dei cittadini non riesce a far fronte alla pressione fiscale, è evidente che essa è eccessiva e/o calcolata su parametri erronei. Una condizione comune in cui viene metodicamente violato il principio basilare dell'art. 53 della Costituzione - che vincola ogni cittadino a contribuire alla spesa pubblica in ragione della sua capacità contributiva - è l'estorsione di tasse sulla proprietà (immobili, veicoli) nonostante non producano alcun reddito ma anzi comportino spese di manutenzione. I presupposti che stanno alla base della tassazione della pura proprietà hanno i realtà un'unica funzionalità politica: distruggere la classe media, quella che ha fatto grande l'Italia dal dopoguerra fino al Colpo di Stato del '92. IL vero problema quindi non è l'evasione fiscale come vorrebbero farci credere ma l'eccessiva ed ingiustificata pressione fiscale mirata non al reddito ma alla nuda proprietà o alla pura presunzione di reddito potenziale, il tutto concepito per disincentivare o stroncare l'iniziativa privata, che poi è il principale fattore di creazione di posti di lavoro. Ricordatevene quando manifestate per avere un lavoro: il presupposto per creare posti di lavoro è ridurre (e mirare meglio) la pressione fiscale.
Dopo questa dovuta premessa, parliamo sinteticamente del (falso) problema del mais OGM sulle nostre tavole.
Il mais nasce transgenico! |
A parte il fatto che le verità che vengono diffuse dai media di regime sono sempre da prendere con beneficio d'inventario (a riguardo vedi reiterati spergiuri sull'innocuità dei vaccini riguardo ai quali esiste un'imponente letteratura scientifica che ne attesta la pericolosità), non intendo neanche entrare nel merito della presunta innocuità dei prodotti OGM ma sposto l'attenzione sull'aspetto sottaciuto ma realmente significativo della questione:
- tutto il mais è transgenico -
Sulla faccia della Terra non esiste né è mai esistito mais quale semplice frutto evolutivo della Natura.
- tutto il mais è transgenico -
Sulla faccia della Terra non esiste né è mai esistito mais quale semplice frutto evolutivo della Natura.
A sostenerlo non sono io ma fior di genetisti paleobotanici che attestano con tanto di tesi supportate da rilievi scientifici che il mais in alcun modo può aver avuto una genesi naturale ma bensì guidata attraverso mirati interventi di ingegneria genetica, diverse migliaia di anni fa. La riprova empirica di questo è che qualsiasi coltivazione di mais, ove abbandonata a sé stessa, si estingue nel giro di un paio di anni. Quindi il problema è un altro: il mais in quanto tale è realmente adatto all'alimentazione umana (ed animale)?
E ancora: qual'è il bilancio dell'impronta ecologica generata dalla sua coltivazione intensiva sulla Terra?
Nell'ordine:
Nell'ordine:
Il mais non è adatto all'alimentazione umana né peraltro a quella di gran parte degli animali. I motivi sono diversi, riconducibili essenzialmente al suo "naturale" contenuto di antialimenti e tossine di difesa della pianta e non secondariamente dell'eccessivo carico glicemico che comporta per l'organismo, fattori negativi condivisi un po' da tutti i cereali ma a quanto pare particolarmente significativi nel mais. Inoltre, il mais introdotto forzatamente nell'alimentazione degli animali d'allevamento, comporta la produzione di carni carenti dei grassi Omega 3 essenziali per una vita lunga ed in buona salute.
La coltivazione intensiva del mais ha un impatto fortemente negativo sull'ecosistema. Nel mondo, centinaia di milioni di ettari di territorio sono stati disboscati per la sua coltivazione devastando così interi habitat naturali, decimando inevitabilmente la biodiversità e creando enormi dissesti idro-geologici.
Per inciso andrebbe detto che l'attività antropica che provoca il maggior impatto ambientale e che causa quindi la sistematica distruzione degli ecosistemi è - da sempre - l'agricoltura nel suo complesso; la coltivazione del mais nello specifico rappresenta solo una delle sue componenti più significative.
Gran parte dei raccolti vengono destinati agli allevamenti intensivi - quasi altrettanto negativi sotto l'aspetto ecologico e nutrizionale - quando per la salute umana e degli stessi animali, questi ultimi dovrebbero essere lasciati liberi di mangiare ciò che la Natura ha riservato per loro.
Gli interessi in gioco sull'affare del mais sono enormi: basti pensare che in Argentina molti tra i più grandi (potenziali) coltivatori di mais vengono pagati dalla Monsanto - o chi per essa - per NON produrlo, in modo da tenerne artificialmente alto il prezzo di mercato.
Ma logicamente, una volta che il danno è fatto - mi riferisco alla distruzione degli habitat - lasciare che le coltivazioni inutilizzate tornino ad essere lentamente ripopolate da flora e fauna naturali è già cosa buona ma anche continuare a coltivare il mais potrebbe sortire un impatto complessivamente positivo se, invece di essere destinato all'alimentazione, esso fosse sfruttato per la produzione di combustibili, carburanti e lubrificanti e per la produzione di plastiche biodegradabili, cosa possibilissima che ci affrancherebbe almeno in parte dalla dipendenza dal petrolio. Il vero problema è che non abbiamo ancora la forza decisionale per portare avanti tutti questi bei proponimenti.
Pensiamoci bene quando andremo a votare, evitando innanzitutto di continuare e supportare quelle formazioni strettamente legate alle lobbyes che ancora e troppo decidono e condizionano la nostra vita.
Approfondimento sull'origine del mais (e non solo):