Una delle locuzioni più adoperate dalla neolingua orwelliana in uso ai media di regime è quella che vorrebbe inquadrare i sinistroidi più facinorosi ed intolleranti in un improbabile "fascismo rosso" la cui esistenza dovrebbe esimere i sinistroidi non violenti da valutazioni negative riguardo la loro millantata democraticità.
In realtà, la questione è molto semplice: se si chiede ad un componente qualsiasi di queste squadracce sinistre come la pensi politicamente non può che rispondere che s'ispira a idee "di sinistra" in piena antitesi con le idee proprie del fascismo (così almeno riterrà lui) e di sicuro si proclamerà "antifascista" anche se di quasi un secolo in ritardo sui tempi...
Allora perché insistere pervicacemente a definire fascisti coloro che s'ispirano dichiaratamente a idee sinistre, si proclamano comunisti e soprattutto agiscono come tali ostracizzando anche e soprattutto con la violenza qualunque anelito
democratico e partecipativo?
democratico e partecipativo?
Migliaia di episodi in passato fino ai recenti fatti di Livorno parlano chiaro (almeno per chi non ha la mente confusa e plagiata dalla neolingua): un manipolo di sinistrati ha cercato con la violenza di ostacolare e colpire anche fisicamente i sostenitori della campagna elettorale della Meloni per Fratelli d'Italia. Stop. Qualsiasi altra interpretazione dei fatti è superflua.
Da sempre gli Utili Idioti dei centri sociali, istituzionalmente infiltrati dai servizi segreti italiani, a loro volta a... servizio di servizi stranieri, adottano la violenza e l'intolleranza come loro linea politica. Non è una novità, è evidente ed indiscutibile e, soprattutto, la loro violenza è particolarmente rivolta contro quelli che, secondo i loro deliri, sono da considerare "fascisti".
Quindi chi è l'idiota che ha il coraggio di definire "fascisti" queste Arance Meccaniche della sinistra eversiva che pensano in modo sinistro, si proclamano di sinistra, agiscono con la tipica intolleranza, ignoranza, violenza e vigliaccheria comunista e sono tenuti ideologicamente insieme dal loro dichiarato antifascismo a scoppio ritardato come le loro menti?
E le femministe dove sono quando si cerca di ostacolare con la violenza la campagna politica di una delle poche donne di valore impegnate oggi in politica?
Evidentemente, nella loro logica perversa ci sono alcune donne che vengono ritenute più uguali di altre e pertanto meritevoli di protezione.