Il titolo può sembrare drastico ma a prescindere dal suo reale impatto, il provvedimento che taglierà i vitalizi agli ex parlamentari in qualche modo sortirà l'effetto annunciato.
Perché? Per due ordini di motivi che, presi in considerazione come tendenza e non valutati quanto ad effetti reali, ci raccontano come al governo - fino a che sarà espressione della maggioranza (abusiva) pentastellata - non abbiano ancora individuato i parametri più significativi su cui lavorare per risanare l'economia distrutta dalle passate gestioni. Per inciso, il previsto risparmio di circa 40 milioni di Euro all'anno non copre neanche un mese di spese militari dilapidate in missioni di guerra operate contro nostri partner commerciali, solo per compiacere gli USA o nazioni a noi nemiche come la Francia.
Avanzo Primario - Riducendo i soldi che lo Stato paga di pensioni senza per contro ridurre l'entità del prelievo fiscale, significa aumentare ulteriormente il parametro dell'avanzo primario ovvero la differenza in positivo tra il denaro che finisce nelle casse dello Stato e quello che lo stesso Stato rimette in circolazione. Conseguenza: ancor meno denaro in circolazione = più povertà diffusa. La liquidità di cui dispongono i cittadini consiste non altro che nel denaro che lo Stato lascia loro. Gli italiani sono sempre più poveri principalmente a causa di un avanzo primario perpetuato ormai da oltre un ventennio quando lo Stato dovrebbe riprendere a spendere rimettendo in circolo denaro.
Naturalmente, per poterlo fare, la condizione primaria è ridurre gli enormi sprechi di denaro pubblico costituiti dal sostentamento del carrozzone mangiasoldi europeo, riacquisire il controllo della moneta ed azzerare il supporto economico all'importazione di giovani maschi stranieri, tra cui molti potenziali delinquenti, da mantenere a spese dei cittadini.
Domanda Interna - Dove finiscono i soldi elargiti in pensioni cosiddette "d'oro" ovvero di portata largamente superiore a garantire il sostentamento dei beneficiati? Molto semplice: nel lusso e nel superfluo, due settori produttivi in cui l'Italia eccelle: auto e moto sportive, imbarcazioni, ristoranti, alberghi, crociere, abbigliamento, gioielli, ecc.: ridurre la possibilità che soldi vengano spesi in questi settori, comporta automaticamente un impoverimento generalizzato, dagli imprenditori agli operai licenziati.
Questo episodio di miopia politica dimostra che fino a che i pentastellati non si libereranno della loro visione sinistramente PDiota dell'economia, nella quale non si fa altro che tagliare e ridurre invece di preoccuparsi di trovare i modi più convenienti di reimmettere denaro nel mercato, dovremo solo aspettare nuove elezioni per toglierci di torno gli ultimi difensori di un sistema che ci vuole sempre più poveri. Proprio stamattina nell'unico canale televisivo che non censura l'informazione ovvero Canale Italia, alcuni ospiti esperti di economia tra cui il Professor Antonio Maria Rinaldi, precisavano che recuperando idealmente tutta l'evasione fiscale stimata in Italia, il risultato dal punto di vista dei freddi numeri consisterebbe in un +4% di gettito fiscale ovvero un'ulteriore strizzata ad una già iniqua pressione fiscale.
Possibile che il bruscolino nell'occhio costituito dall'evasione prevalga ancora sull'enorme trave rovente dell'eccessiva pressione fiscale? Eppure per molti italiani ipermoralizzati da una sinistra collusa ed incapace e, diciamolo senza remore: del tutto idiota, l'evasione fiscale costituisce ancora un problema primario!
L'economia, esattamente come la natura, prescinde dalla morale: qualcuno dovrebbe capire che anche l'evasione fiscale in qualche modo fa PIL e perfino gli introiti da attività illecite lo fanno. In un'ottica olistica, per ogni provvedimento politico preso in considerazione, bisognerebbe valutarne l'impatto complessivo: è sempre un errore immaginare di poter risanare un Paese agendo (prima di tutto) su dei singoli e spesso insignificanti parametri.
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