sabato 26 agosto 2017

A Roma, uno sprazzo di legalità (deplorato dai media e fortemente osteggiato)


L'altro ieri a Roma è stato eseguito, se pur tardivamente, lo sgombro di un palazzo occupato da stranieri, dicono, regolari in Italia ma non certo in quel palazzo, diventato per altro nel tempo un porto franco dell'illegalità gestita dagli stessi occupanti.
L'iniziativa contro corrente è dovuta all'ottimo Prefetto Paola Basilone, a dimostrazione che ancora non tutto è perduto nel Paese e c'è ancora chi lavora per la legalità ed i diritti civili.
Contro questa manifestazione di normale presenza di uno Stato emanazione dei suoi cittadini, sono insorti diversi media ed organizzazioni non governative intente a difendere gli interessi di chi non ne ha diritto ed a lavorare per l'impoverimento ed il dissesto del Paese.
L'Italia primeggia nel mondo quanto a proprietari di immobili ed il suo
patrimonio immobiliare complessivo - anche senza considerare quello di particolare valore storico o artistico - contribuisce non poco a posizionarci tra i più ricchi Paesi al mondo nonostante l'attuale dissesto.
I piccoli e medi proprietari sono contemporaneamente i cittadini più tartassati e meno difesi dallo Stato. Gli immobili vengono (stra)tassati in egual misura, indipendentemente dal fatto che producano reddito o meno ed i procedimenti civili mirati al recupero di disponibilità del bene, vanno avanti, quando vanno avanti, con una lentezza esasperante e spesso nel pieno disinteresse dei magistrati di comprendere il disagio subito dagli attori.
E di questo parlo per esperienza diretta, trovandomi proprietario di tre immobili di cui ognuno in diversa misura non è effettivamente nella mia piena disponibilità. Specificherò in una nota la mia situazione, più per sfogo che immaginando possa interessare a qualcuno. Del resto il presente blog era nato per questo ma poi ha allargato i suoi orizzonti al di fuori dei fattacci miei... .

Tassare delle proprietà manifestamente improduttive oltreché infruibili da parte del contribuente, ho sempre pensato fosse in pieno contrasto con l'articolo 53 della Costituzione che prevede che ogni cittadino debba contribuire alla spesa pubblica IN RAGIONE DELLA PROPRIA CAPACITA' CONTRIBUTIVA e non in base al valore presunto e teorico dei suoi immobili!
A parte il fatto che pagare tasse sulla mera proprietà di un immobile equivale economicamente a fittarselo e non esattamente ad esserne il legittimo proprietario. In Italia, si diventa pieni proprietari di un immobile solo nel momento in cui lo si vende trasformandolo in denaro contante. Ora che l'incombente dittatura bancaria sta facendo di tutto per eliminare il contante, rischieremo di non poter mai più essere proprietari reali ed assoluti di un bene immobile oltreché mobile nel caso fosse soggetto ad immatricolazione... .

Non interesserà a nessuno ma delle mie tre proprietà:
1) l'unica che produca un reddito, in realtà vorrei venderla ma non posso perché Equitalia ci ha iscritto un'ipoteca per via di un credito INESIGIBILE ed in due anni, nonostante abbia pienamente ragione, non sono riuscito a cancellarla. Il Magistrato che aveva in mano la causa e poteva con una semplice decisione priva di ragionevoli dubbi risolvere il mio problema, ha preferito dichiararsi incompetente per territorialità e costringermi ad avviare una nuova causa, ovviamente dopo l'estate... Spero che Equitalia o chi per essa gli ipotechi la prima casa e che poi sia costretto a discutere la causa in cinese davanti ad un magistrato maoista, nella provincia più sperduta ed irraggiungibile del lontano oriente.
2) la mia precedente abitazione, non solo non posso neanche entrarci perché feci l'errore di dare disponibilità del bene al compratore che diversi anni fa mi dette solo un piccolo acconto e poi non ha più acquistato pur detenendo l'immobile in abbandono ma è anche oggetto di una causa ordita da un condomino che per suo diletto mi ha accusato di un inesistente abuso edilizio così non solo non posso venderla ma ci continuo a dover pagare tasse e procedimenti legali solo per tornarne in più che legittimo possesso. Ovviamente, le cause in corso - due civili ed una penale - percorrono vie separate ed indipendenti nonostante, se fossero analizzate nel loro complesso, potrebbero risolversi ed escludersi a vicenda, sottraendomi ad ogni responsabilità. Ma i magistrati quando s'incontrano tra loro parleranno sicuramente di come spendere al meglio i loro lauti appannaggi, non certo dello stato di ingiusto disagio in cui versano i loro indagati.
3) l'ultimo della lista - sempre grazie ad un mio errore di valutazione del soggetto (sono rimasto uno degli ultimi gonzi a pensare che una dichiarazione sia coerente  con l'intenzione soggiacente di chi la proferisce) - è un immobile formato da un garage ed un appartamento trasformati in un cantiere abbandonato da anni dal mio socio al 50%. Sta lì a deperire senza che possa trarne vantaggio, reddito o possa venderlo e sembra che non mi possa appellare a nessuna legge dello Stato. Solo il tempo, come diceva Confucio, potrà darmi ragione e allora vedrò passare nel fiume il cadavere del mio nemico, sempre se riuscirò a sopravvivere a lui ed alla giurisprudenza italiana.