Secondo le statistiche demografiche del 2016, in Italia il campione di popolazione da 0 a 39 anni vede una prevalenza di maschi rispetto alle femmine.
I maschi sono quasi 13 milioni mentre le femmine poco più di 12 milioni.
La differenza non è di per sé preoccupante - per il momento - anche se negli interessi di una specie, la sua continuità nel tempo è assicurata maggiormente nel caso di una leggera
prevalenza di femmine sui maschi, per il semplice motivo che un maschio può fecondare più femmine contemporaneamente trasmettendo il suo patrimonio genetico mentre una femmina può, salvo rarissimi casi di attecchimento di un altro ovulo post-concepimento, tramandare il suo patrimonio solo una volta a parto. Non considero i casi di nascite gemellari perché avvantaggiano nella stessa misura entrambi i sessi.
prevalenza di femmine sui maschi, per il semplice motivo che un maschio può fecondare più femmine contemporaneamente trasmettendo il suo patrimonio genetico mentre una femmina può, salvo rarissimi casi di attecchimento di un altro ovulo post-concepimento, tramandare il suo patrimonio solo una volta a parto. Non considero i casi di nascite gemellari perché avvantaggiano nella stessa misura entrambi i sessi.
Però, alla luce dell'attuale flusso migratorio che vede una stragrande predominanza di maschi - mediamente almeno il 90% - sulle femmine, e proprio in una fascia di età che arriva fino ai 39 anni, il dato nazionale appare preoccupante in prospettiva con un pericoloso squilibrio demografico, peraltro già in atto, di maschi rispetto alle femmine.
Se alla considerazione si aggiunge la bomba sociale costituita dalla diversità culturale e religiosa ed il minor Quoziente Intellettivo medio degli immigrati rispetto a quello medio nazionale - tra i più alti al mondo, superato solo da Cina e Giappone - , ecco che non c'è da stupirsi dell'aumento esponenziale di prepotenze di diverso genere e stupri ai danni delle donne, ovviamente quasi esclusivamente italiane perché di estere ne arrivano ben poche e prevalentemente avviate alla prostituzione.
Sempre dal punto di vista demografico, possiamo notare come nel periodo del cosiddetto boom economico nazionale che possiamo centrare attorno al 1963, la popolazione italiana superava di poco i 50 milioni di individui in continuo aumento fin all'81 per poi stabilizzarsi per tutto il ventennio successivo.
Dal 2001 al 2011, il numero di italiani ha ripreso a crescere in maniera significativa superando, anche a causa di una costante immigrazione, i 60 milioni.
Dal punto di vista economico, gli ostacoli di varia natura che hanno contribuito a limitare la nostra crescita, dall'omicidio di Mattei in poi, hanno comunque consentito al Paese di collocarsi e permanere a lungo tra le prime 4 o 5 potenze economiche mondiali nonostante le congiure e le scorrettezze di vario genere messe in atto nei nostri confronti da potenze economiche concorrenti come Germania e Regno Unito.
Dopo il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia, le cose hanno cominciato ad andare peggio ed il Colpo di Stato made in CIA del 1992, con l'estromissione di Craxi ed il suo entourage ed i contestuali assassinii di Falcone e Borsellino, hanno stroncato definitivamente le nostre velleità di autodeterminazione ed il benessere reale a cui eravamo pervenuti.
La ricchezza nazionale, non più in crescita ma in costante svendita al peggior offerente per mano di una classe politica corrotta ed esodiretta come mai si era visto in passato, ha dovuto redistribuirsi tra un maggior numero di abitanti, autoalimentando una spirale discendente che ci ha portato a retrocedere all'8° posto tra le economie mondiali.
Se dal punto di vista industriale si assiste ad un continuo aumento della produttività grazie alla meccanizzazione sempre più spinta, nella quale a livello progettuale non siamo secondi a nessuno, è evidente che si creano i presupposti per una sempre crescente domanda di reddito. Preciso "di reddito" e non di lavoro, per il semplice motivo che l'obiettivo perseguito è il primo mentre il secondo è solo un mezzo per ottenerlo.
La mancanza di reddito, a parziale differenza da come propagandato, si avverte maggiormente ed è più grave e significativa nelle fasce sociali degli ultracinquantenni. Lo stesso problema tra i giovani fino a 25 anni è molto meno significativo. Purtroppo ci sono nutrite schiere di imbecilli o che fanno finta di esserlo, che si preoccupano di trovare lavoro ai giovani fregandosene dei padri di famiglia, magari genitori degli stessi giovani bisognosi di reddito.
La soluzione è di una semplicità disarmante e proprio in questo si ravvisa la volontà politica di non risolvere il problema ma anzi di enfatizzarlo fino all'obbiettivo finale: la totale distruzione del Paese.
Sarebbe sufficiente mettere in atto una misura attuata in poche ore ed a costo zero in occasione del G7: smettere di andare a prelevare giovani maschi benestanti in Africa e portarli qui mantenendoli a nostre spese foraggiando ulteriormente le organizzazioni criminali messe su e finanziate da George Soros ed attive a pieno regime in Italia solo grazie alla connivenza offerta dai nostri politici.
Già tappare una falla del genere, darebbe un grosso impulso all'economia e maggior sicurezza agli imprenditori e, come dimostrato in occasione del G7, ci vorrebbe solo un giorno per farlo.
Successivamente (il giorno dopo) sarebbe sufficiente riportare l'IVA al 20% per supportare il riavvio dell'economia. A questo riguardo si può osservare che anche un imbecille capisce che meno tasse comportano automaticamente un maggior flusso di denaro in circolazione a vantaggio anche dell'Erario. Purtroppo l'Italia non è governata da imbecilli ma da lucidi criminali. Per fare due esempi eclatanti, non si può affermare che Monti e Draghi non capiscano nulla di economia: purtroppo ne capiscono eccome! Ecco perché, assolvendo al meglio la loro funzione di killers finanziari, sono riusciti e riescono così efficacemente ad affossare la nostra.
In un contesto di decrescita economica insanabile, è ovvio che individualmente, ed anche come Stato, ci si avvantaggerebbe tutti da una contestuale decrescita demografica ma per molti vige il mantra che crescere è SEMPRE bene, sia di numero che per quanto riguarda il PIL, e discutendo con le persone di fede non ci sono ragioni né circostanziati argomenti che tengano.
In un contesto di decrescita economica insanabile, è ovvio che individualmente, ed anche come Stato, ci si avvantaggerebbe tutti da una contestuale decrescita demografica ma per molti vige il mantra che crescere è SEMPRE bene, sia di numero che per quanto riguarda il PIL, e discutendo con le persone di fede non ci sono ragioni né circostanziati argomenti che tengano.
Se la preoccupazione di molti è che gli italiani-italiani (intesi come raggruppamento di etnie italiche endemiche del territorio) stanno invecchiando, ecco risolto il problema: in un contesto di maggior ricchezza diffusa, molti italiani appagherebbero l'istinto naturale ed il retaggio sociale di metter su famiglia, senza paura di non riuscire a sostentare dei figli, salvo ovviamente la paura di essere costretti per legge ad iniettar loro vaccini tossici più dannosi che inutili a tutto vantaggio dell'Industria della Malattia.
Ma questa è un'altra storia.