Quando una notizia riguarda fatti importanti ed inattesi, eventi di cronaca diversi dalle vicende preordinate e fasulle di quella che chiamo "Politica Organizzata, succede che ce ne vengano fornite versioni diverse a seconda dell'effetto che ha provocato e che deve provocare. Sappiamo bene infatti che i media ufficiali più che organi d'informazione lo sono di propaganda e formazione d'opinione.
Le notizie più soggette a rivisitazioni ed a nuove ottiche suggerite nei giorni seguenti sono chiaramente quelle relative al terrorismo perché col tempo emergono invariabilmente nuovi elementi, testimonianze, documenti dei terroristi e video (spesso più vecchi del fatto che dovrebbero documentare, ripresi altrove oppure vere fiction girate su appositi set ma poco importa).
L'evoluzione a cui ho assistito più di recente è stata quella relativa alla morte di una ragazza, affetta da leucemia, attribuita nell'ordine:
- 1° giorno: morta per aver rifiutato la chemio;
- 2° giorno: morta come sopra + per aver utilizzato un cocktail di cortisone e vitamina C;
- 3° giorno: morta per aver applicato i protocolli del (ex)Dott. Hamer.
Evidentemente Big Pharma non si è lasciata sfuggire l'occasione di sfruttare una notizia del genere oppure sono gli stessi giornalisti ad essere talmente condizionati dal Pensiero Unico da sentirsi in obbligo di rimarcare aspetti che possano andare a favore dei loro padroni, sperando forse di ricavarne utile un giorno.
A corredo della prima versione, si è sottolineato come la chemio per la leucemia sia efficace nel 75% dei casi ma ciò è falso anche se è vero che le uniche percentuali significative di successo di tale metodo sul cancro si verificano proprio contro alcune leucemie.
In realtà, la situazione è questa [estratto da questa pagina di mednat.org]
Leucemia Linfatica Cronica
In questa patologia, in un recente studio polacco effettuato su 229 pazienti sottoposti a Chemioterapia, la mediana di sopravvivenza (50%) è di circa 3-4 anni, con la curva di sopravvivenza che si stabilizza leggermente negli anni successivi, con valori di sopravvivenza a 8-9 anni del 30% (per pazienti di età superiore a 65 anni) e del 15-20% per pazienti di età meno anziana, ma comunque adulta.
[T. Robak: The effect of subsequent therapies in patients with chronic lymphocytic leucemia previously treated with prednisone and either cladribine or chlorambucil, Haematologica, 90, pp.: 994-996, 2005].In un altro lavoro recente durato 10 anni, 78 pazienti su un totale di 134 pazienti originari, furono successivamente seguiti nella seconda fase di terapia, poiché ritenuti ancora idonei per proseguire la Chemio; di essi, la sopravvivenza libera da progressione di malattia risultò essere comunque inferiore ai 3-4 anni per oltre il 75% di questi 78 pazienti. La maggior parte dei 56 pazienti, che non furono dichiarati idonei a proseguire il trial sperimentale con questi 78 pazienti, vennero esclusi per i seguenti motivi: infezione da virus dell’epatite B, da Listeria monocytogenes, da Zoster virus, citopenia persistente, anemia emolitica autoimmune, neoplasia non ematologia, emorragia cerebrale, transaminasi persistentemente alte.
[F.R. Mauro: Fludarabine + prednisone + alfa-interferon followed or not by alfa-interferon maintenance therapy for previously untreated patients with chronic lymphocytic leucemia: long term results of a randomized study, Haematologica 88(12), pp.1348-1355, 2003]
Nota: queste esclusioni dai protocolli di cura con Chemio sono molto comuni e tendono a “falsare” i risultati finali.
Leucemia linfoblastica Acuta nell’Adulto
Lavori recenti di Chemioterapia di salvataggio per pazienti primariamente refrattari o in ricaduta da Leucemia Linfoblastica Acuta su 135 adulti dimostrano che le percentuali di sopravvivenza tendono a linearizzarsi soltanto dopo il primo anno dalla Chemio, con percentuali di sopravvivenza inferiori al 20%. Dopo 24 mesi, la percentuali di pazienti ancora in vita è inferiore al 10% circa [Camera A.: GIMELA ALL –Rescue 97: a salvage strategy for primary refractory or relapsed adult acute lymphoblastic leucemia, Haematologica, 89(2), pp.145-155, 2004. http://www.haematologica.org ]
Leucemia linfatica Acuta nei bambini
La Leucemia Linfatica Acuta nei Bambini, trattata con Chemio, ha una prognosi meno pesante rispetto agli adulti. Nei bambini, infatti, studi recenti del 1998, su casistiche molto estese (2038 bambini), riferiscono percentuali di sopravvivenza variabili fra il 42% e il 66,8% a 10-12 anni di distanza dal trattamento chemioterapico, con stabilizzazione della curva di mortalità verso il quinto-sesto anno dalla cura con Chemio
[R. Consolini: Clinical relevance of CD10 expression in childhood ALL, Haematologica 83, pp.: 967-973, 1998]Nota: poiché la Chemio è notoriamente inefficace su gran parte dei tumori, ci si chiede come mai la Chemio risulti essere così efficace nella Leucemia Linfatica Acuta. Si rammenta che molti farmaci possono erroneamente dare quadri ematologici simili alla Leucemia Linfatica Acuta, al Linfoma di Hodgkin o a quello Non Hodgkin. Ma anche la stessa risposta immunitaria del paziente contro germi o virus (es: Mononucleosi) può erroneamente condurre alla diagnosi di tumore. (vedi dopo).
Leucemia Mieloide Cronica
Si riportano i seguenti dati, estrapolati su 1.084 pazienti, tutti sottoposti a Chemioterapia, e quasi tutti trapiantati con cellule staminali del midollo osseo: rispetto alla Leucemia Mieloide Acuta, la mediana di sopravvivenza è migliore, con circa il 60% dei pazienti ancora vivi a 24 mesi e una curva di sopravvivenza che tende a stabilizzarsi su valori leggermente inferiori negli anni successivi. Diversa invece la situazione nei pazienti con Leucemia Mieloide Cronica in fase progressiva, dove il 50% dei pazienti risulta essere ancora vivo dopo soli 12 mesi, percentuale che scende a circa il 35 % dopo 24 mesi, stabilizzandosi successivamente intorno al 30% circa
[De Souza: Validation of the EBMT risk score in chronic myeloid leucemia in Brazil and allogeneic transplant outcome, Haematologica, 90, pp.: 232-237, 2005. http://www.haematologica.org - ALLEGATO 36 ]
Leucemia Mieloide Acuta
Negli anziani, in studio recente del 2004, su 621 pazienti anziani, di età superiore a 60 anni, tutti sottoposti a Chemioterapia, risulta che la mediana di sopravvivenza (50%) è di appena 5-7 mesi. Con una Chemioterapia aggressiva, meno del 10% risultavano ancora vivi dopo 20 mesi; viceversa, con un approccio conservativo (Chemio a basso dosaggio), dopo 20 mesi era vivo ancora il 20% circa dei pazienti, che però calava anch’esso al 10% dopo ulteriori 20 mesi. Entrambe le curve declinano a meno del 2-5% di sopravvissuti nei mesi successivi
[Pulsioni A.: Survival of elderly patients with acute myeloid leukaemia, Haematologica, 89, pp.: 296-303, 2004; http://www.haematologica.org - ALLEGATO 37].In un altro studio recente del 2004, su 258 pazienti anziani, sempre affetti da Leucemia Mieloide Acuta e sottoposti a Chemioterapia con autotrapianto di cellule staminali, la mediana di sopravvivenza (50%) sale ad appena 8 mesi, e a 24 mesi risulta essere vivo circa il 23-24% di tutti i pazienti. Tale percentuale declina quindi ulteriormente a 36 mesi e a 48 mesi (4 anni), dove sembra finalmente stabilizzarsi sul 10% circa di sopravvissuti
[Oriol A.: Feasibility and results of autologous stem cell transplantation in de novo acute myeloid leukemia in patients over 60 years old. Results of the CETLAM AML-99 protocol, Haematologica, 89, pp.: 791-800, 2004; http://www.haematologica.org - ALLEGATO 38].
Linus Pauling |
La versione del secondo giorno, non perde l'occasione di istillare dubbi nella validità di trattamento con la vitamina C che, ricordiamo, è efficace per determinate patologie solo se applicata nel rispetto di un preciso protocollo clinico ed infusa in vena in forma di Ascorbato di Calcio. La negazione della sua validità è basata su riscontri assolutamente non scientifici da somministrazione orale di poche decine di milligrammi pro die.
Il cortisone, di per sé non è un farmaco curante ma un semplice inibitore di reazione organica e funziona bene solo per ridurre processi infiammatori altrimenti fuori controllo.
Ryke Geerd Hamer |
Per la versione del terzo giorno, probabilmente un giornalista ghiotto di tali sfumature ha scoperto che la vittima applicava il protocollo o i principi di Hamer e non si è lasciato certo sfuggire l'occasione di diffondere la notizia per denigrare ulteriormente questo controverso personaggio.
Non ho elementi né la competenza per pronunciarmi sulla validità della "Nuova Medicina Germanica" ma suggerisco un po' di cautela nel confidare eventualmente SOLO nei suoi principi senza il supporto di adeguate diete e terapie che possano agire sulle (cosiddette...) malattie in maniera biochimica e fisiologica e senza la rimozione preventiva di eventuali fattori ambientali scatenanti (avvelenamenti, contaminazioni, intossicazioni, ecc.)
In tutti i casi, bisogna stare molto attenti ad archiviare acriticamente ulteriori informazioni diffuse nei giorni successivi al verificarsi di un fatto perché potrebbe trattarsi di notizie artefatte allo scopo di fornire una visione distorta e strumentale ovvero di correggere o sovvertire del tutto il senso di un evento.
Questo succede molto spesso con le cronache riguardanti il terrorismo - vero o falso che sia - ma anche con vicende di cronaca nera trasformate in processi mediatici che individuano i colpevoli prima degli inquirenti, con notizie riguardsanti disastri colposi e sciagure di vario genere. Bisogna stare molto attenti a non farsi influenzare ed a verificare di persona da fonti attendibili.