sabato 30 luglio 2016

Consuetudini anormali 1 - Acqua da asporto


Quando ci si sofferma un attimo a pensare con la propria testa, è inevitabile rendersi conto che gran parte delle cose che facciamo o pensiamo sono frutto di decisioni prese da altri.
Gli esempi potrebbero essere infiniti, stante la mole di condizionamenti a cui siamo esposti fin dalla nascita, ma possiamo soffermarci anche sugli effetti più manifesti e superficiali, per portare alla luce un quadro sufficientemente realistico e preoccupante. 


Acqua da asporto
Guardiamoci in giro. In città c'è gente che va avanti e indietro reiteratamente senza interrogarsi mai sul senso di quello che sta facendo. Sembra quasi che la vita odierna sia orchestrata in modo da impedirci di fermarci un momento a riflettere. Senza indagare sulle percezioni subliminali, le informazioni che riceviamo durante la giornata, in media superano abbondantemente la capacità della mente di analizzarle ed archiviarle con coscienza.
Molti dei nostri comportamenti sono automatizzati e stereotipati e questo è anche un trucco della mente che permette di liberare spazio sul... disco della sua dimensione cosciente. Il problema è che almeno una parte di questi comportamenti non sono frutto di nostre scelte coscienti ma di pacchetti discreti di moduli comportamentali che in qualche modo abbiamo acquisito.

Tra la gente di cui sopra che va su e giù senza sapere perché anzi senza chiederselo, si vedono un sacco di persone stringere in mano una venefica bottiglia di plastica contenente... acqua!
In realtà non esiste alcun motivo razionale né salutistico per cui uno dovrebbe andarsene in giro per città bevendo sorsetti più o meno regolari d'acqua inquinata da bisfenoli e ftalati, eppure in molti lo fanno.
Per di più, col caldo che fa in questi giorni, bere reiteratamente acqua non fa che aumentare la sudorazione e con essa la dispersione di importanti sali minerali come sodio, magnesio e potassio.
In questo contesto s'inserisce un'altra idiozia pura, figlia della propaganda, che è quella di preferire delle acque dichiaratamente "a basso tenore di sodio" nonostante sia proprio questo importante elemento ad essere eliminato di più con la sudorazione.
Fortunatamente, la quantità di sodio che può contenere un'acqua potabile è irrisoria rispetto a quella che si può assumere con una normale alimentazione, per cui anche gli imbecilli riescono a sopravvivere nonostante cerchino volontariamente di privarsi di questo elemento vitale. 
 Volontariamente?

Quante delle cose che pensate o ritenete corrette sono state pensate direttamente da voi e invece non sono state acquisite come verità senza che le abbiate verificate e messe in discussione?

Acqua malsana
Uno dei primati negativi più inammissibili che "vanta" l'Italia è quello di svettare in testa alle classifiche di Paesi consumatori di acqua "potabile" acquistata in contenitori plastici nonostante la crescente coscienza ecologista.
Siamo un Paese ad alta densità di popolazione quindi molto antropizzato, ricchissimo di sorgenti, ben pochi di noi vivono nelle poche aree semidesertiche che caratterizzano il nostro territorio, gli acquedotti (nonostante le privatizzazioni) distribuiscono ancora acqua potabile in maniera sufficientemente capillare da scongiurare il rischio che possa esserci qualcuno che al giorno d'oggi muoia di sete durante una passeggiata, eppure c'è chi ritiene normale acquistare reiteratamente acqua "potabile" in plastica e portarsela dietro, pagandola anche 2000 volte più che quella del rubinetto di casa.
Non c'è qualcosa di strano in questa supina accettazione di anormalità?

Fontana pubblica
Ritengo, al contrario, un ottimo indice di civilizzazione e garanzia dei diritti umani la distribuzione assolutamente gratuita di acqua potabile a cura della comunità e non di privati. Invece assistiamo alla progressiva scomparsa delle fontane pubbliche dalle città e questo è un fenomeno molto preoccupante.
Molte di esse, di particolare fattura, hanno perso la loro funzione distributiva e sono state lasciate in sede solo per la loro bellezza, come se si trattasse di opere d'arte allestite senza alcuna finalità pratica.

La civiltà romana si distinse dalle altre del suo periodo primariamente per la gestione e la distribuzione delle acque; il secondo motivo fu la realizzazione delle reti fognarie. Non a caso, nella celebrata Parigi del Re Sole allietata da spettacoli teatrali e raffinati ricevimenti di corte, non solo ci si lavava poco ma risultava ancora normale smaltire i liquami di casa per strada. Visto l'andazzo, non vorrei che facessimo qualche passo indietro anche secondo questi altri due aspetti.