Non contenta dal 77° posto al mondo in cui si trova l'Italia quanto a libertà d'informazione, un'inqualificabile Boldrini ha formato una squadra di 4 noti loschi professionisti della disinformazione allo scopo di individuare le notizie scomode per il regime e soffocarne la diffusione.
La tecnica utilizzata è la stessa in uso alla Santa Inquisizione, in cui la sola accusa di stregoneria portava ad un processo in cui condanna dell'inquisito era automatica, scontata ed inappellabile.
L'accusa-condanna del giorno d'oggi è quella di bufala mediatica.
Essendo l'utente medio di internet terrorizzato dall'eventualità di poter credere reale una notizia falsa - e che si sappia in giro e quindi a rischio di essere esposto al pubblico ludibrio della rete - è sufficiente che qualsiasi
imbecille, privo di qualsiasi competenza ed autorevolezza, gridi abbastanza forte alla bufala per fare in modo che una consistente fetta decerebrata di utenti si dissoci dalla possibilità di prendere in considerazione che la notizia sia vera.
imbecille, privo di qualsiasi competenza ed autorevolezza, gridi abbastanza forte alla bufala per fare in modo che una consistente fetta decerebrata di utenti si dissoci dalla possibilità di prendere in considerazione che la notizia sia vera.
E' questo che sta facendo la parlamentare abusiva.
Spesso la propaganda può non essere sufficiente: questo nel Partito della Disinformazione lo hanno capito bene soprattutto dopo aver formato la task-force già in opera da parecchio tempo a trollare sulla rete in favore del regime: non è stato sufficiente, ad esempio, il loro impegno prezzolato profuso nell'ottundere la mente degli elettori in occasione del passato referendum.
La guerra oggi si combatte anche in rete: per contrastare la cultura e l'intelligenza, l'unica arma che rimane per conservare una vaga parvenza formale di democrazia, è la censura. O la spudorata menzogna, che è una sua conseguenza: a tale riguardo si veda l'articolo precedente.