Di poche cose possiamo essere certi come del fatto che l'Uomo è totalmente dipendente dalla tecnologia, non solo perché siamo qui a comunicare attraverso la rete convinti che ormai non potremmo farne a meno ma anche e soprattutto perché senza la tecnologia non avremmo occhiali per leggere (ma non importa perché tanto non avremmo nulla da leggere), non sapremmo come difenderci dal freddo, dalla pioggia, dalle spine e dai sassi taglienti.
La nostra vita sarebbe privata dal piacere di materializzare un'idea, un concetto tecnologico come una costruzione, un veicolo, un aereo, una barca. Saremmo indifesi contro animali predatori, dovremmo ridurre la nostra dieta a ciò che di commestibile riusciamo a raccogliere ed a mangiare crudo, a catturare (qualche insetto o qualche piccolo animaletto non troppo pronto di riflessi) o a cibarci di carcasse magari sottratte a veri predatori.
Non avremmo neanche la carta igienica, che non mi pare l'ultima delle comodità.
Qualche sprovveduto allora potrebbe obiettare: "Ma chi vive in maniera naturale come gli indigeni amazzonici non ha bisogno di tutte queste cose!"
Di tutte no, ma qualsiasi utilizzo anche dell'oggetto più semplice del mondo come un ramoscello E' tecnologia, anche se di livello elementare.
E chi è in grado di fissare un limite razionalmente "naturale" per l'Uomo di tecnologia? Perfino i Mormoni integralisti americani sfruttano la tecnologia per gli utensili agricoli, le abitazioni e le carrozze, anche se fanno a meno dei motori.
Inoltre, per quanto un aborigeno che viva in maniera minimalista possa avere lo stesso una vita ricca di soddisfazioni, di sicuro non avrà la possibilità di trascendere il suo stato attraverso il SAPERE, la sperimentazione e la materializzazione di pensiero tecnologico: le uniche cose che ci distinguono realmente dagli (altri) animali.
Ma, ipotizzando di voler fare una scelta ancor più radicale di quella dei Mormoni, quale sarebbe un livello tecnologico "naturale" per noi, quello del paleolitico dei cacciatori/raccoglitori? Allora dovrebbero bastarci delle tecnologie elementari per la caccia e per difenderci dalle condizioni ambientali.
Se decidiamo invece di fissare il nostro livello a quando diventammo agricoltori e quindi stanziali, allora dovremmo dotarci di utensili per l'agricoltura e per edificare i nostri rifugi.
.
.
Ma tutto ciò è inutile perché è del tutto illusorio poter fare a meno della tecnologia: ci piaccia o no, l'Uomo è un vero disadattato incapace di sopravvivere naturalmente in qualsiasi ambiente terrestre.
Prima dell'improvvisa comparsa del Sapiens, eravamo di ben altra tempra, molto più vicini agli animali con una dentatura, un'ossatura ed una pellaccia enormemente più consistenti di qualsiasi Sapiens ipertrofico del giorno d'oggi.
Ma avevamo anche meno comprendonio, la nostre aspirazioni così come i nostri desideri erano limitati, non conoscevamo un mondo più evoluto né lo potevamo immaginare e tutto sommato ci andava bene così. Dovevamo solo stare molto attenti ai predatori più grossi di noi... .
Non a caso, i nuovi Sapiens grazie al loro intelletto ed alla loro inclinazione per la tecnologia, ci misero poche generazioni a provocare l'estinzione delle precedenti generazioni di ominidi, non sufficientemente simili a noi per poter incrociare le due specie.
E allora? Allora teniamoci e continuiamo a sviluppare la tecnologia ma cerchiamo di usarla in maniera che rimanga al nostro servizio invece che usarla in maniera perversa, come sosteneva Tesla.
Di tecnologie di cui potremmo fare a meno da stasera o quasi ce ne sono tante e la prima di tutte è la combustione del petrolio ma una di quelle a cui dovremmo rinunciare anche e soprattutto nell'interesse della salute nostra e del pianeta è quella degli allevamenti industriali che, pur connaturati alla spietatezza del nostro percorso evolutivo, sono una vera indecenza per le sofferenze inflitte agli animali e per i danni che tali industrie provocano alla nostra salute ed a quella degli ecosistemi.
Così la Peta, un gruppo internazionale per la difesa degli animali, ha sbagliato bersaglio organizzando una campagna offensiva e razzista nei confronti dei cacciatori spedendo loro dei profilattici allo scopo dichiarato di "impedire loro di riprodursi" e mettere così al mondo una nuova generazione di potenziali cacciatori.
Se l'interesse precipuo di questa organizzazione fosse realmente quella di proteggere gli animali, si batterebbe PRIMA DI TUTTO contro la pratica degli allevamenti industriali, nei quali gli animali vivono una vita di privazioni, enormi sofferenze e morti dolorosissime. Anche perché non abbiamo alcun bisogno di cibarci di tanta carne, soprattutto nell'interesse della nostra salute.
Solo dopo aver eliminato l'ultimo allevamento industriale potrò condividere il loro impegno contro la caccia sportiva.Contro quella a scopo alimentare no di certo perché è connaturata nel nostro essere Uomini e sono contrario per principio ad ogni aberrazione della natura.
Tutte queste organizzazioni che agiscono apparentemente a fin di bene, in realtà sono sempre colluse col Sistema: dietro ad una campagna del genere è chiaro che il fine ultimo è quello di fornire un pretesto (il divieto definitivo di cacciare) per disarmare la popolazione, esattamente lo stesso scopo delle campagne terroristiche.
Ma l'uomo disarmato è schiavo, quello armato è un uomo libero.