lunedì 13 giugno 2016

Strage Orlando: in quanti potevano salvarsi?

- (Contiene aggiornamento inserito il giorno 14) -
Non ritenendo significativo qualificare in qualche modo le 50 vittime della recente strage, in quanto il valore della vita umana è e dev'essere lo stesso a prescindere dalle inclinazioni sessuali, dal sesso, dall'appartenenza etnica, politica o razziale, mi chiedo quanti di loro sarebbero potuti scampare alla strage se avessero messo in atto un'elementare strategia preventiva.

Risposta: TUTTI o almeno un buon 90% immaginando l'uso di armi automatiche da parte dello stragista.

In che modo?
Semplicissimo, nell'unico modo possibile: se solo una delle vittime non colpite
per prime fosse stata armata, avrebbe potuto rispondere al fuoco mettendo
fine alla strage. Elementare, Watson!

Meditate gente, meditate: molto difficile realizzare lo stesso risultato in termini di morti irrompendo in un bar del Texas, Stato in cui gran parte della agente gira armata o dispone di armi a portata di mano.

Nonostante l'evidenza, non si è fatta attendere la consueta condanna politica e mediatica del libero porto d'armi (da parte della gente onesta) che auspica l'introduzione di divieti assoluti in vista dell'instaurazione di un regime dittatoriale conclamato o non più mascherato da democrazia: l'unico ostacolo sarebbe costituito da un popolo armato e quindi non facilmente sottomissibile.

Nota: come da protocollo per tutte le stregi organizzate dai Servizi Segreti di Stato, l'autore è stato colpito a morte quindi non è stato possibile intrerrogarlo sulle sue reali motivazioni (ammesso che fosse stato in grado di addurne) e sarà ritenuto superfluo indagare su di lui, accontentandosi della versione ufficiale che lo vedeva come violento nei confronti della compagna, come se ciò bastasse a rendere credibile la decisione da parte sua di compiere una strage.
Essendo nota l'identità del colpevole, non è stata necessaria la consueta pagliacciata del ritrovamento del passaporto che, come ogni aspirante terrorista sa, bisogna sempre portare dietro in caso si vada a compiere una strage.
Mancando una vera motivazione che avrebbe spinto il pluriomicida ad agire, potrebbe aver ragione l'Avvocato Franceschetti quando nota che per tutte le persone suicidate o attrici di stragi, emerge sempre fossero depresse.

Articolo di riferimento:
- Cronache di ordinaria follia, di ordinari suicidi e di ordinari omicidi, all'epoca della televisione.

- Aggiornamento del 14/06 -

Da ulteriori particolari diffusi stamattina dai media italiani, è emerso che l'autore della strage era un frequentatore abituale del locale gay in cui è avvenuta la strage e quindi è diventato ufficialmente poco credibile si trattasse effettivamente di un simpatizzante del sedicente movimento integralista islamico denominato ISIS che tra l'altro in un primo momento si era prontamente attribuito la paternità dell'operazione: si attende una smentita ufficiale, altrimenti siamo autorizzati a credere si tratti di un movimento che ammette l'omosessualità tra le proprie fila ma sia intollerante verso gli altri.
(Nella foto dell'attentatore notare come sia probabilmente mancino. Un'inversione degli emisferi cerebrali si verifica di regola in tutte le copie di addotti. Per azioni di guerra o terrorismo, sono utilizzate ovviamente copie di personale militarmente addestrato: vedi link a margine dell'articolo)
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Obama, quindi, con un comunicato ha cercato di distogliere l'attenzione pubblica dal terrorismo islamico per ricondurre la causa dell'attentato all'eccessiva facilità con cui negli USA ci si possono procurare fucili d'assalto (come se i fucili da caccia o le pistole facessero meno male).
Un po' come sostenere che per evitare gli investimenti volontari di pedoni sia necessario limitare la vendita di auto ma le masse, soprattutto quelle americane, sono ormai decerebrate e faticano a realizzare connessioni logiche tra cause ed effetti.
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Oltre al macabro conteggio dei 49 morti si annoverano anche 53 feriti, il tutto tra uomini e donne, che sommati danno 102 colpiti da proiettili, sinceramente un po' troppi se a sparare è stato un solo uomo munito di un fucile d'assalto americano (non il solito Kalashnikov che è venuto un po' a noia ai terroristi e non pubblicizza il prodotto americano) che al massimo può montare un caricatore da 100 colpi, a meno di non immaginare che abbia avuto sufficienti tempo e calma per sostituire il primo caricatore esaurito senza temere nel frattempo di essere linciato dalla folla ancora indenne accalcata nel locale.
Da notare che utilizzando un'arma in modalità automatica, è inevitabile che molti colpi vadano sprecati (a meno di non sparare al centro di un compatto gruppo di persone ma così ognuno riceverebbe facilmente più di un proiettile);
diversamente, utilizzandola "a colpo singolo", per non sprecare colpi è necessario che i bersagli si muovano il meno possibile e che si abbia sufficiente tempo a disposizione, il tutto presupponendo che l'autore NON sia un killer professionista (*).
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Per cui si ventila la possibilità che qualcuno, molti, forse troppi tra le vittime siano stati colpiti dal famigerato "fuoco amico", conoscendo le modalità brutali con cui sono condotte molte operazioni di "polizia" negli USA.
Sono state anche diffuse delle immagini riprese tassativamente al di fuori del locale (nel quale chissà quante altre telecamere c'erano) che inquadrano solo poliziotti in calzoni corti alla Angus Young che eseguono uno strano balletto conservando un atteggiamento di mira e che non aggiungono assolutamente nessun particolare utile alla comprensione della dinamica.
La tragica farsa continua e continuerà fino a che l'opinione pubblica non sarà distratta da una nuova strabiliante, drammatica (e preoccupante) notizia.

*) Sorpresa! L'attentatore lavorava come guardia giurata per un'agenzia israeliana.