giovedì 16 giugno 2016

Discriminate?


Ce ne rendiamo conto oppure no, quando magari incoscientemente, per condizionamento culturale, operiamo una disciminazione arbitraria?
Cavallo di battaglia di molte fazioni politiche, stranamente la lotta alle discriminazioni viene spesso messa in atto adottando delle palesi discriminazioni!

Ad esempio, uno dei metodi adottati credendo di emancipare definitivamente le donne è stabilire delle quote "rosa" nelle assunzioni oppure nelle rappresentanze politiche o sindacali.
Quindi, nel determinare le proporzioni di dette quote sarà inevitabile compiere un'operazione arbitraria di discriminazione sessuale, tenendo conto di un fattore ininfluente ovvero di come sono fatti sotto la cintura tutti i candidati,
assegnandone il 50% agli individui di sesso maschile ed il 50% a quelli di sesso femminile, prescindendo dall'effettiva composizione della base (spesso caratterizzata da una leggera preponderanza di donne!) e soprattutto prescindendo dall'effettiva capacità di esecuzione della mansione assegnata (attitudine e competenza in materia).
Quale sarà il risultato?
Una rappresentazione proporzionalmenre falsata se la base non è equamente ripartita tra gli aventi diritto (ad es. 52% femmine, 48% maschi, come spesso accade) ed una probabile diminuizione del livello medio di professionalità.

Altro esempio: il falso problema dell'integrazione.
Gli italiani sono uno dei popoli più esterofili del mondo, in cui fino ad un paio di decenni fa era considerato "fascista" riferirsi all'orgoglio nazionale o alla bandiera ed in cui la sottomissione culturale agli USA è evidente in ogni manifestazione collettiva (basti pensare alla definitiva instaurazione della festa di Halloween; tra un po' festeggeremo il 4 luglio) e allora, ammesso e non concesso che esista realmente un problema d'integrazione in un'Italia mai stata razzista da parte di individui di provenienza estera discriminabili in base a nazionalità, etnia o razza, quale metodo sarebbe più garantista di una parità di diritti se non tenere assolutamente conto della loro nazionalità, etnia o razza?
Invece, gran parte delle rivendicazioni di equità sono impostate sull'individuazione delle diversità in modo da garantirne artificiosamente i rispettivi diritti: un metodo fallace e, ancora una volta, discriminatorio.
Per fare un esempio concreto, un datore di lavoro dovrebbe vagliare le proposte di assunzione basandosi esclusivamente sui dati riguardanti la professionalità e le esperienze lavorative degli aspiranti lavoratori senza essere messo in grado di stabilire se siano italiani o stranieri, maschi o femmine, bianchi, gialli o neri (cioè sulle loro schede non dovrebbe comparire né la provenienza, né il nome completo, né una foto): questo metodo NON discriminatorio sarebbe l'unico che garantirebbe l'assenza di discriminazioni.

Errore discriminatorio: la protezione di determinate categorie.
Vi siete mai chiesti di quale senso abbia l'accezione "femminicidio"?
Nella nostra cultura: nessuno;
in altre culture, come quella messicana, islamica fondamentalista ma anche in quella cinese fino a pochi anni fa, la definizione trova e trovava la sua giustificazione di esistere.
E allora perché si usa da noi?
Semplice: per stravolgere la realtà, per realizzare il sogno del potere di impedire la formazione(*) oppure di spaccare in due la cellula base della società: la coppia eterosessuale, obiettivo solo parzialmente conseguito attraverso l'infezione culturale deliberatamente diffusa e denominata all'epoca "femminismo" di cui la società si è liberata avvertendo la sua palese idiozia.
*) pensate alla recente ideologia gender, assolutamente priva di presupposti logici e funzionali eppure accettata da molti come razionale e rispettosa dei diritti... di chi?

Tra l'altro, i crimini commessi da uomini contro donne, in Italia nell'ultimo anno sono calati del 20% e commessi quasi esclusivamente da extra-comunitari (fonte: Ministero dell'Interno, ma questo dato per i media è quasi un segreto di Stato) mentre risultano purtroppo in aumento quelli commessi da donne contro uomini! 
Occultare dati fino a diffonderne di falsi è sempre il metodo migliore per tenere sotto controllo la popolazione.
Un risultato della sedicente liberazione sessuale: le donne, assieme agli stessi diritti degli uomini più una quota extra, hanno conquistato anche la volontà di sopraffazione e la violenza comune a molti maschi.
Nella Cina comunista avevano invece ottenuto il "diritto" di poter svolgere come i loro colleghi maschi i lavori più immondi, faticosi, stressanti e pericolosi invece di poter coltivare le loro migliori attitudini femminili: bella conquista! Quest'anno ho dato ospitalità a due giovani cinesi e solo a guardarle nella loro eterea delicatezza non riesco a capire come il regime dell'epoca potesse essere così spietato nei confronti (almeno) delle sue donne. Il Potere è così: non guarda in faccia (apparentemente) a nessuno e se fa finta di non discriminare lo fa per discriminare meglio, col consenso popolare.

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