martedì 14 giugno 2016

British escape - La fuga della Gran Bretagna


Tra le notizie importanti che i media italiani cercano di mettere in evidenza e commentare il meno possibile, c'è la probabile riuscita dell'intento di una grossa fetta dell'elettorato inglese nel voler sottrarre la propria nazione ai vincoli che la legano alla Corte dei Miracoli europea, risultando ormai evidente a qualsiasi essere pensante la negatività assoluta di questo ente sovranazionale che non ha nessun presupposto utilitaristico di esistere, nei confronti dei suoi cittadini.
E poi, una vera Europa Unita con i suoi oltre 500 milioni di abitanti e almeno 4 tra le maggiori potenze economiche mondiali (Francia, Germania, la stessa Inghilterra e l'Italia) ma anche solo ben armate, come la Svezia, non renderebbe più credibile il ruolo di leadership mondiale da parte degli USA. Questi ultimi, possono trarre vantaggio solo da un Europa così frammentata,
in costante discussione ed impegnata a risolvere problemi creati dalla sua stessa esistenza.
Ma sanno bene che possono stare tranquilli perché è impensabile poter creare una simile federazione di Stati così frammentati e diversi sotto l'aspetto etnico, linguistico, razziale e, sempre più, anche religioso stante la continua immigrazione forzata di popolazioni aliene.
Una vera unità europea è possibile solo attraverso l'instaurazione di una dittatura conclamata, contro la volontà, gli interessi ed i diritti di ogni singolo popolo.
Non a caso, gli USA stanno su solo grazie al fatto che dall'Est all'Ovest si parla - almeno a livello ufficiale - una sola lingua ed i governi che si succedono lavorano tutti per ridurre sempre più le libertà ed i diritti personali dei cittadini con la scusa di un clima di terrore creato dagli stessi governi.

E' vero che all'interno della stessa GB, tramite una campagna terroristica impostata sulle menzogne (di cui gli inglesi sono maestri indiscussi) si riuscì a capovolgere la volontà popolare della Scozia di sottrarsi al controllo della Corona ma questa volta il movimento riguarda l'intero Paese che probabilmente ha capito che uscendo dall'Europa Unita ne ricaverebbe solo vantaggi (questo lo avevano già capito in parte non adottando l'Euro) soprattutto economici tanto da poter andare incontro ad un vero boom che gli analisti stanno già prevedendo.

Ma nulla o quasi di quest'importante fatto trapela dai nostri media che rimangono concentrati sulle notizie meno significative tra cui immancabilmente quelle relative al gioco del calcio, argomento che non si vede cosa possa avere mai a che fare nell'ambito di un telegiornale, se non per gli episodi da cronaca nera tipici del suo mondo.

Così i nostri media fecero finta di nulla quando l'Islanda riuscì a ribellarsi al potere bancario, quando l'Irlanda oppose giusta resistenza alla sottoscrizione del Trattato di Lisbona - alias Costituzione Europea - e si dà pena di capovolgere tutte le notizie in arrivo da Paesi come l'Austria o l'Ungheria quando mostrano intenzioni di adottare provvedimenti nell'interesse dello Stato e dei suoi cittadini: l'Europe's Politically Correct prevede la censura di qualsiasi notizia riguardi aneliti di indipendenza locali supportati da motivi seri e ragionati. Gli interessi del cittadino nella neolingua orwelliana sono tradotti dai media di regime come "populismo".