giovedì 29 marzo 2018

Quanto ci costerà (ancora) il reddito d'immigranza?

Chissà quanto ci metteranno i meridionali che hanno votato in massa per il Movimento Immobile a rendersi conto che il propagandato Reddito di Cittadinanza è - ove fosse realmente attuato - quanto di più lontano dalla convenienza degli stessi cittadini italiani... italici!
Infatti, in un Paese in cui (primi al mondo) l'80% dei cittadini è proprietario della casa in cui abita (e non solo) e (ancora una volta primi al mondo) oltre un terzo è proprietario intestatario di veicoli, è assai improbabile che, una volta compilato l'ISEE, un italiano (vero)
possa accedere a qualcosa di simile ad un reddito di cittadinanza.
Oltretutto, un'indennità così come prospettata furbescamente da pentastellati istituzionalmente privi di uno straccio di programma politico, otterrebbe un effetto esattamente contrario a quello sperato sull'occupazione, considerando "occupato" e quindi non più avente diritto all'indennità, chiunque abbia conseguito un impiego sottopagato.
Non è certo con l'assistenzialismo (pagato da chi, se non abbiamo una Banca di Stato?) che si migliorano le prospettive di vita dei cittadini ma preparando le condizioni che sottostanno alla creazione di nuovi posti di lavoro ben retribuiti.
E qualsiasi bipede umano dotato di un minimo di capacità di discernimento (a meno che non sia affetto da comunismo patologico) arriva a capire che i posti di lavoro sono creati dagli imprenditori (Stato compreso, se tornasse a fare impresa) e se prima non mettono gli imprenditori in grado di lavorare e guadagnare, nessun posto di lavoro verrà creato dal nulla e nessuna buona prospettiva economica è ipotizzabile. Perciò NO ad un'indennità che andrebbe a beneficio quasi esclusivamente di nuovi italiani e SI' a sgravi fiscali e burocratici per imprenditori singoli ed aziende. La domanda interna poi potrebbe essere ulteriormente sollecitata da un aumento delle pensioni minime ad almeno 900€ mensili e, a titolo di buon esempio nazionale, traendo in arresto il killer finanziario Mario Monti che tanto ha fatto per ridurla.
Ricordiamoci inoltre che un imprenditore è (almeno) tre volte più lavoratore di un dipendente in quanto se è vero che il secondo, impiegato a tempo pieno, lavora mediamente 8 ore al giorno, qualsiasi imprenditore, a livello di preoccupazioni e responsabilità ne lavora 24, e spesso non bastano neanche per pagare le tasse.