venerdì 2 marzo 2018

Gli impresentabili: fa più danno la disonestà o l'incompetenza?

La cosiddetta e spesso solo presunta impresentabilità di un candidato politico è il presupposto con cui soventemente si attaccano personaggi contro i quali non si hanno argomentazioni sufficientemente fondate e vincenti.
Ad esempio, considerare impresentabile un candidato che ha subìto procedimenti penali può essere una cosa priva di senso perché è chiaro che qualunque persona sana di mente preferirebbe farsi operare da un chirurgo noto criminale che quando opera non sbaglia un colpo invece di farsi mettere le mani addosso da un onestissimo incapace.
Allo stesso modo, tutti coloro che tengono alla propria vita, fanno riparare il loro veicolo da professionisti di comprovata esperienza e non da mestieranti di dubbia formazione.
Uno degli insegnamenti della storia moderna è che molto spesso i capi di Stato
più onesti hanno portato la loro nazione allo sfascio mentre altrettanto frequentemente sono stati quelli meno onesti e privi di scrupoli a proteggere e tutelare gli interessi del loro Paese. Molti esempi si possono ravvisare scorrendo la storia del secolo scorso e, tagliandola breve, posso dire che personalmente me ne frego di cosa faccia un politico nella sua vita privata: se lo pago - da cittadino - è perché svolga al meglio il compito assegnato, non che conduca una vita ascetica.
Quindi, diciamo che l'onestà è un prerequisito poco significativo - soprattutto in tempi di emergenze come quelli odierni -  per un politico demandato ad assolvere la sua funzione al servizio dello Stato e dei suoi cittadini.
Onesto o meno, al politico io richiedo innanzitutto assoluto rispetto dei patti e delle promesse prese con i suoi elettori; secondariamente, è evidente che per svolgere al meglio compiti complessi è necessario un bagaglio professionale di competenze o, in alternativa, potere avvalersi di esperti ligi ai compiti loro assegnati.
Ora, per l'esperienza che abbiamo avuto fino all'attuale contingenza di governo, bisogna riconoscere che i politici del PD hanno agito con grande perizia professionale nell'apportare il maggior danno possibile al Paese.
Ad esempio, il killer finanziario Mario Monti, da Capo del Governo nominato a Wall Street ha imposto dei provvedimenti estremamente efficaci per distruggere la domanda interna - ed a questo drammatico tracollo è dovuto quale effetto collaterale non voluto, il dato relativamente positivo di un aumento delle esportazioni. E' stato veramente molto bravo, svolgendo al meglio il compito ad esso assegnato dalla stessa agenzia di rating (Moody's) presso la quale era impiegato (alla faccia del conflitto d'interessi!) che creò dal nulla la crisi finanziaria che mise fine - tra l'altro - al governo Berlusconi mediante un attacco speculativo ai suoi pacchetti azionari.
La Lorenzin ha svolto al meglio il compito impostole da Obama - già ex Presidente ma non per questo meno dannoso - per conto di Big Pharma rendendo illegittimamente obbligatori, contro ogni sano criterio medico-scientifico ed a pieno rischio per la salute, una tale quantità di vaccini più dannosi che inutili ai bambini, da risultare estremamente pericolosa perfino per gli aitanti giovani italiani inviati a combattere, morire o rimanere storpi per difendere interessi alieni o addirittura contrari alla nostra nazione (vedi embarghi commerciali ordinati dagli USA ai danni di nazioni nostre partner commerciali).
L'elenco potrebbe continuare comprendendo la colpevole ignavia delle più alte cariche dello Stato ma il punto è che nel complesso si può dire senza tema di smentita che il PD è stato capace di mettere insieme un vero esercito di vandali incaricati di fare tabula rasa di un Paese che fino al Colpo di Stato del 1992 era la 4a potenza economica mondiale.
Per il momento, ci hanno fatto slittare all'8° posto e non è un risultato da poco: sono stati molto bravi a svolgere il compito loro assegnato dai nostri diretti concorrenti Francia e Germania (Gentiloni ha addirittura REGALATO alla Francia un pescosissimo specchio del NOSTRO mare: solo per questo meriterebbe l'ergastolo, a rigor di Costituzione) ma il tracollo nazionale ha favorito molto anche la Cina ed altri Paesi ben felici di fare shopping tra le imprese pubbliche svendute ai peggiori offerenti e tra quelle private messe alle corde da un sistema fiscale concepito per dissuadere e stroncare l'imprenditoria privata.
La riduzione in povertà di fasce sempre più ampie della popolazione, incidendo a sangue anche sulla piccola e media borghesia, rende attuale l'adagio di quel grande giornalista che fu Indro Montanelli per cui "i comunisti amano talmente tanto i poveri che quando vanno al potere ne creano di nuovi".

Ma il PD appare ormai sputtanato: lo stesso indegno Presidente della Repubblica e la usurpatrice ministeriale Lorenzin si sono da poco sottratti all'arresto popolare aggravando la loro posizione con la Legge: ormai a votare questa formazione rimangono solo i collusi e gli imbecilli che comunque sono presenti in Italia in un numero considerevole.
Teniamo conto che il Quoziente Intellettivo medio degli italiani - secondo al mondo solo a quelli di Cina e Giappone - sta subendo un calo proporzionale all'aumento della quota migratoria da Paesi a bassissimo QImedio come quelli del centro Africa: a non riconoscere questa realtà sono solo coloro che (s)ragionano su presupposti razziali (razzisti propriamente definiti).
A meno di una recrudescenza epidemica di masochismo politico da parte degli italiani, il PD dovrebbe essere fuori dai giochi politici già dalle imminenti votazioni. Il pericolo più grande per il Paese è ora costituito dal Movimento (Immobile) a 5 Stelle!

Fondato da massoni e gestito da una società commerciale, questo partito non dovrebbe neanche avere il diritto di essere iscritto nelle liste elettorali per inconciliabile conflitto d'interessi. Ma in Italia - finché a governarla rimane questa masnada di venduti esecutori di ordini altrui - per la Legge non siamo tutti uguali e così nessuno ha eccepito nulla quando a dirigere un governo tecnico fu nominato illegittimamente a Wall Street un dipendente della stessa compagnia di rating che inventò la crisi finanziaria italiana! (L'ho già detto? Meglio ribadirlo, perché la gente è distratta).
Al contrario se ne sono dette, inventate e tentate di tutte contro Berlusconi solo perché è un ricco imprenditore ma pur tuttavia andato al governo con i voti degli italiani!
Per inciso, ricordo un detto del grande vecchio di Maranello (ovvero Enzo Ferrari, per chi non avesse colto il riferimento) che diceva: "In Italia sono disposti a perdonarti di tutto fuorché il successo". E così è.
Lo stesso Indro Montanelli mise in guardia Berlusconi proprio su questo aspetto, quando il primo decise di entrare in politica.
Il detto di Ferrari rispecchia appieno il cittadino sinistro medio, giacché le ideologie comuniste attecchiscono in maniera particolarmente radicata ed irremovibile nelle personalità affette da invidia patologica.

Tornando ai pentamassonici, va sottolineato il fatto che siamo di fronte ad una pletora di incompetenti idealisti che, con le loro risoluzioni, rischiano di apportare più danno che utile al Paese. Basta esaminare alcune loro proposte in campo ecologista per rendersene conto: sono ancora più inquinanti e deleterie di quelle propagandate a loro tempo dai verdi.
I loro elementi più capaci, vengono sistematicamente allontanati dal partito che comincia a sputtanarsi ancor prima di andare al potere mostrando intolleranza interna a qualsiasi deviazione dal Pensiero Unico Variabile imposto da quella ristretta e misteriosa cerchia eterologa che detta la linea serpentina del partito.
Di Maio, quale membro della Trilaterale mostra di contravvenire a livello montiano al principio del conflitto d'interessi. La Trilaterale fu una fondazione dei Rockefeller istituita non certo per venire incontro ai bisogni dell'Italia e va considerata a tutti gli effetti un'organizzazione nemica del Paese o, quanto meno, di perseguire degli interessi diametralmente opposti a quelli italiani.
Il fatto che sia andato a prendere ordini prima negli USA e poi in Israele, immediatamente a ridosso della campagna elettorale, non potrebbe chiarire meglio che genere di compito è stato demandato ad assolvere dai suoi padroni.

Troppi elettori non hanno ancora mangiato la foglia e correranno alle urne convinti di sostenere una forza di cambiamento in positivo per la vita del Paese e dei suoi cittadini. Sarà necessario un altro brutto risveglio del popolo italiano per comprendere finalmente dove dirigere la prua del Paese per tirarlo fuori di queste pericolose secche durante la tempesta che stiamo attraversando.