sabato 10 marzo 2018

Il razzismo dilaga in Italia: Wilde ci aveva avverito...

Nell'ottica dell'indebolimento di una coesione nazionale che potrebbe servire ad emanciparci dal controllo straniero e sovranazionale, il Sistema sta riuscendo nell'intento di rendere diffusamente razzista una nazione che non lo è mai stata, almeno a livello cultural-popolare.

Oscar Wilde
Un esempio eclatante di tale spinta eversiva si può ravvedere nei fatti di Macerata che hanno visto passare in secondo piano la macellazione rituale di una ragazza dopo una violenza di gruppo - il tutto ad opera di un branco di spacciatori stranieri, rispetto alla reazione di un singolo cittadino esasperato che ha cercato di colpire coloro che lui riteneva responsabili dei fatti di inaudita violenza e
bestialità.
Le femministe si saranno coperti gli occhi ed otturate le orecchie (e disattivato il cervello, ammesso e non concesso lo abbiano) nel momento in cui hanno appoggiato il sedicente corteo antifascista, sentimento che non si vede cosa abbia mai a che vedere con l'accaduto. In realtà, si trattava di un corteo puramente razzista perché a difesa unicamente dell'integrità degli spacciatori, degni di essere difesi solo perché di razza diversa dalla nostra. Ed il razzismo è un sentimento che non riesco a condividere. Non è un caso che il corteo fosse formato da ex-partigiani, femministe e rifiuti umani dei centri sociali: tre categorie di sub-umani accomunate elettivamente da sentimenti di ingiustizia, violenza e discriminazione.

Mario Balotelli
Nel contesto degli ultimi avvenimenti di cronaca marrone, quel genio inglese che fu Oscar Wilde si era già accorto che per giocare e football non è necessario essere degli idioti ma la cosa aiuta ed infatti le ultime esternazioni del calciatore Balotelli su di un senatore della Lega confermano quest'assunto.
Dimostrando la sua doppia imbecillità, il calcia palle ha infatti esternato pubblicamente (ma perché i media danno spazio ad elementi di così basso livello intellettuale?) la sua disapprovazione per un senatore della Lega solo ed unicamente in base alla sua razza! E pensare che appartiene alla stessa del calciatore!
 
Lo sdegno per tale esternazione raddoppia perché oltre allo sfacciato razzismo esternato da Balotelli (che andrebbe punito per legge) c'è da prendere atto che la stessa formazione politica di cui fa parte il senatore non si è mai dimostrata razzista, anzi non è certo un caso che abbia espresso un politico di valore non appartenente alla razza caucasica: il mondo va avanti ed il razzismo è un sentimento protettivo atavico che al giorno d'oggi non ha più senso di esistere.
Se volesse manifestare il suo antirazzismo, il calciatore nero dovrebbe prendersela col PD o con Meno Italia: questi sì che sono partiti razzisti! Evidentemente, la sua condizione di calciatore (vedi pensiero di O.Wilde) non gli consente di pervenire a tale consapevolezza.

Il Sen. Tony Iwobi [Lega]
Se non passano un determinato Quoziente Intellettivo, i calciatori non andrebbero intervistati per sapere cosa pensano: per il seguito mediatico che hanno, potrebbero influenzare negativamente la popolazione. Ed in Italia purtroppo, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di ulteriori esempi negativi e disgreganti della società civile.
Vi sembro razzista verso i calciatori? No: sono discrimatore verso gli imbecilli. Non è colpa mia se nel mondo del calcio ce ne sono tanti e non è colpa mia se i media concedono loro tanta, più dannosa che inutile, attenzione.

Ora un'ultima considerazione, di genere ludico (non essendo il calcio propriamente uno sport dal punto di vista lessicale bensì un gioco). Se per quanto riguarda la politica è giusto che ogni cittadino italiano, quale che sia la sua origine etnica o razziale, abbia gli stessi diritti di rappresentanza - non essendo l'Italia un Paese che fonda la sua pur finta democrazia sul razzismo - mi chiedo se sia corretto dal punto di vista sportivo in senso ampio del termine permettere ad un esponente di razza non endemicamente italica (cioè non caucasica) rappresentare la nostra nazione in un gioco o in un sport (mi riferisco a Balotelli). Perché è chiaro che nel confronto con altri Paesi del mondo, creiamo un po' di confusione quando a difendere i nostri colori sono chiamati cittadini italiani che non rappresentano strettamente il nostro DNA. Che cosa possono pensare cinesi o giapponesi che vedono tra le fila dei nostri giocatori o sportivi, esponenti di razze diversa da quella endemica? Tra l'altro non è corretto dal punto di vista sportivo dato che le diverse attitudini fisiche (e non solo) costituiscono un patrimonio specifico relativo ad ogni razza. Per rendersi conto di questa ineludibile realtà, basta prendere in considerazione i risultati medi ottenuti in sport diversi da esponenti di razze diverse: per ogni sport ce ne saranno due o tre che svetteranno mediamente sulle altre ed è normale e bello che sia così perché il mondo è vario: ogni tentativo di meticciamento di massa costituisce un attentato alla biodiversità, oltre che al patrimonio culturale specifico di ogni etnia. La bellezza è nella diversità, non nell'omologazione. Chi non è d'accordo su questo punto è uno schifoso razzista, come Balotelli.