martedì 20 febbraio 2018

Un'analisi oggettiva e distaccata sui fatti di Macerata

Provo, al di là di ogni strumentalizzazione propagandistica costruita sfruttando le sofferenze umane, ad effettuare una lettura serena ed analitica della recente cronaca nera cittadina.

Il fatto, di una gravità inaudita, ha visto una violenza di gruppo seguita da un omicidio rituale culminato con atti di cannibalismo compiuti ai danni di una giovane ragazza da parte un gruppo di spacciatori di droga stranieri che non hanno scrupolo di compiere le loro pratiche sanguinose e disumane in un Paese civile ed avanzato come l'Italia.
Dalla perizia con cui, secondo i medici legali, sono stati eseguiti gli espianti e lo smembramento del cadavere, è chiaro che siamo di fronte a gente avvezza a queste barbare ritualità e quindi la loro vittima maceratese di sicuro non può essere stata la prima, e sappiamo per altro che ogni anno, solo in Italia, scompaiono nel nulla migliaia di persone tra bambini ed adulti.

La reazione, di cui troppo molto spesso è colpevolmente carente il popolo
italiano plagiato com'è dalle millenarie dottrine cattoliche, è stata attuata in maniera dissennata ed isterica da un ragazzo che evidentemente sapeva bene che le responsabilità della morte di Pamela (e non solo) andavano ricercate nell'ambiente dello spaccio.

La strumentalizzazione, attuata anch'essa in maniera del tutto scollegata dall'accaduto, ha visto un'orda di Utili Idioti manifestare assurdamente NON contro la deriva di barbarie a cui stanno andando incontro le nostre città soprattutto, se non unicamente, a causa di un'immigrazione incontrollata, MA, inspiegabilmente, contro un fantomatico "fascismo" ed un razzismo inesistente in Italia (almeno per ora) che aleggerebbero in un Paese in piena campagna elettorale, guarda caso.
Ora, qualcuno dovrebbe chiedere loro (si fa per dire: se non fossero idioti) in quale dei fatti accaduti sia razionalmente possibile ravvisare comportamenti fascisti o razzisti: una ragazza è stata stuprata e macellata, sono stati compiuti atti di cannibalismo ed un tizio esasperato ha individuato in un gruppo di spacciatori i responsabili dei misfatti. Punto. Dove sono fascismo e razzismo? Solo nelle loro menti bacate.

Il razzismo, vero, vergognoso ed inoppugnabile si è manifestato DOPO lo svolgersi dei fatti di cronaca, sia con l'assurdo corteo, sia con l'attenzione di Stato nei confronti della gang di spacciatori colpiti da Traini, il tutto a confronto con un assoluto disinteresse del dolore provato dai familiari dell'unica vera vittima di tutta la storia. Tutto questo non può che essere ascritto a preconcetti discriminatori di ordine razziale da parte dei manifestanti e delle autorità.

Dimenticavo: per chi, nonostante il rumore mediatico, non fosse al corrente delle specifiche etnico-razziali degli attori in gioco, preciso che da antirazzista puro quale sono, non ho ritenuto significativo sottolinearle: qui siamo di fronte ad un efferato omicidio da parte di una gang di spacciatori, seguito da un maldestro tentativo di giustizia sommaria, stop. Questi sono i fatti significativi, ogni dietrologia antropologica è superflua e strumentale.
Purtroppo, molti italiani sono affetti da razzismo autogeno e lo Stato ne è drammaticamente espressione: si tratta chiaramente di patologie psichiatriche di massa autolesioniste ed autodistruttive, speriamo che in un paio di tornate elettorali - una volta definitivamente sputtanato il PUS formato da PD/5Stelle/Meno Italia ed altri (in)degni compagni di merende - possiamo curare e liberarcene definitivamente!

Le responsabilità, che la stampa ed i sociologi di regime si sono divertiti ad individuare nei fattori più improbabili, non può che essere ascritta a chi, negli anni ha favorito ed incentivato l'immigrazione di criminali puri o comunque insofferenti alle nostre leggi civili, andandoli a pescare (anche) tra le popolazioni più barbare ed antropologicamente arretrate e selvagge del mondo.
Del resto, è ineludibile che il fattore che accomuna elettivamente le società multietniche e multirazziali del mondo consiste negli scontri preferibilomente violenti tra (sotto)culture diverse ed inconciliabili: ben lo sapevano tutti i Capi di Stato come Gheddafi e Tito che, per tenere insieme degli Stati multiculturali o, più precisamente, multiignoranti come i loro, erano costretti ad adottare il cosiddetto pugno di ferro. L'Italia non prescinderà da questa legge sociale: se vogliamo anzi... volete una società in cui ogni nuovo arrivato pretende di dettare le sue leggi, preparatevi ad un regime pervadente e liberticida nell'ambito di una perenne insicurezza sociale; se al contrario immaginate un futuro di pace e serenità per voi ed i vostri eredi allora impegnatevi per ristabilire la supremazia di un ordine equo e democratico come forse in Italia non è mai del tutto esistito.