mercoledì 21 febbraio 2018

La pericolosa deriva antifascista

Una tra le tante patologie psichiatriche dilaganti nel nostro Paese, favorite dalla disinformazione più capillare ed attuate mediante un plagio culturale che comincia dalla più tenera età, appare essere oggi la paranoia dell'antifascismo, sentimento che, se poteva essere comprensibile e più o meno giustificabile fino al 1945, in tempi attuali è sicuramente da annoverare tra gli stati patologici della mente, essendo venuto storicamente meno il suo presupposto.
Essere antifascista oggi equivale in sostanza a proclamarsi contro il governo di Nerone che, peraltro, diversamente a quanto narrato dalla storia ufficiale, pare sia stato tra i migliori e
(almeno inizialmente) più popolari re di Roma... .

Winston Churchill, Mino Maccari, Ennio Flaiano avevano già individuato nell'antifascismo l'emergenza sociale del futuro ma molti ancora non sono giunti a questa consapevolezza, nonostante la clamorosa evidenza.

Tale pericolosa infezione risulta rimbalzare patologicamente tra sudditi e governi illegittimi, con atti di demenza istituzionale con cui il malgoverno, invece di cercare di affrontare tematiche reali e pressanti, volge la sua attenzione a problemi inesistenti o montati artificiosamente mediante campagne propagandistiche definibili al secolo, secondo una deriva culturale di matrice anglofila, "fake news di regime".
Di rimbalzo, orde di frequentatori decerebrati delle Scuole di Odio (al secolo Centri Sociali), coccolati e protetti dalle istituzioni, si sentono in dovere di perpetrare atti di violenza contro i dissidenti.
Recentissimo è il pestaggio di gruppo ai danni del segretario di Forza Nuova di Palermo attuato in maniera particolarmente vigliacca inferendo sulla vittima dopo averla legata! E' la riprova di un noto principio della teoria del comportamento delle masse che vede gli assembramenti umani comportarsi nel loro insieme come il più bestiale dei suoi individui.  Quindi, ne deriva che tutti i movimenti "di popolo" sono per loro natura tarati da una demenza endocrina e strutturale mentre (solo) tutti i pensieri politici e filosofici che mettono al centro l'individuo, sono capaci d'enfatizzare le virtù di ognuno, permettendo una crescita di coscienza collettiva.
Ma il potere adora i movimenti di massa decerebrati e violenti, in cui ogni idea personale non allineata è perseguitata come reazionaria, in alcuni ambienti "antifascista" appunto. Lenin definiva Utili Idioti queste pedine inconsapevoli della SUA Rivoluzione.
Non a caso, pur se meno cruenta (per il momento) questa metodica squadrista è peraltro diretta erede dei linciaggi e di molte altre atrocità che commesse dai partigiani dopo l'occupazione americana e continuate anche dopo la fine della guerra.
Quello del capoluogo siciliano non è certo un caso isolato: ci sono città in Italia setacciate giornalmente da sedicenti "ronde antifasciste" formate da 30 o 40 orfani d'intelletto STRANAMENTE NON PERSEGUITI DALLE AUTORITA' DI PUBBLICA SICUREZZA, notoriamente molto attente ad avvalersi di tutti i cavilli legali possibili ed immaginabili quando a manifestare civilmente sono esponenti di formazioni antigovernative.
Quella dei centri sociali e della diffusa violenza antifascista è un'emergenza tra le più pressanti assieme alla censura boldriniana di stampo comunista: due emergenze che mettono direttamente in discussione la libertà d'espressione e ciò che rimane della democrazia in Italia.
E non è certo un caso che ci troviamo oltre il 70° posto in classifica mondiale (su poco meno di 200 Paesi) quanto a libertà d'espressione, anche se sono dell'opinione che chi stila queste classifiche non conosca molto bene la realtà italiana, altrimenti ci avrebbe posizionato ancora più in basso.

Purtroppo, una consistente fetta di popolazione è plagiata dalla disinformazione non solo per mancanza di spirito critico ma anche a causa di un'analfalbetizzazione di ritorno dovuta all'impoverimento culturale attuato mediante la Pessima Scuola, alla progressiva introduzione della neolingua che stravolge il significato dei termini e non ultimo un abbassamento del Quoziente Intellettivo medio dovuto sia all'immigrazione di massa da Paesi il cui Q.I. medio è diverse decine di punti inferiore a quello nazionale, sia alle intossicazioni aerogene ed alimentari dovute a fluoro, metalli ed altri interferenti endocrini che finiscono per incidere sulle capacità cognitive.

La situazione appare disperata ma le reazioni isteriche violente e liberticide del Sistema potrebbero anche essere indice di un suo imminente collasso: è importante ora non cadere nel tranello di quelle forze politiche che intendono cambiare qualcosa perché tutto rimanga come prima.