venerdì 1 febbraio 2013

Tre domande ad un truffatore e rivelazioni sul suo passato

Dopo le 6 fatidiche domande sull'Olocausto poste nell'articolo precedente, ecco altri interessanti quesiti, reperiti in rete, le cui risposte potrebbero far cambiare rapidamente opinione a tutti quelli che considerano la storia ufficiale come una cronaca disinteressata e non per quello che realmente è: la versione dei fatti di chi detiene il potere, al fine di giustificare e consolidare il potere stesso.

E come attori della storia, solo dei burattini scaraventati per caso sul carro del vincitore.
 
Illustre Presidente Napolitano, dopo aver sentito il suo vibrante discorso sul fascismo e l'antisemitismo, mi permetta di rivolgerle tre brevi domande.

La prima. Sapeva che il presidente dell'infame Tribunale della razza, nonché firmatario del «Manifesto della razza», Gaetano Azzariti, diventò il più stretto collaboratore del suo leader Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia, dopo essere stato Guardasigilli con Badoglio? Avete mai avuto nulla da ridire, lei e il suo Partito, sul fatto che poi, grazie a questi precedenti, lo stesso Azzariti sia diventato presidente della Corte costituzionale fino alla sua morte nel 1961?

La seconda. Sapeva che il primo concordato tra lo Stato italiano e gli ebrei fu fatto nel 1930 dal regime fascista? Una commissione composta da tre rappresentanti degli ebrei e tre giuristi varò un concordato in cui, scrive De Felice, «il governo fascista accettò pressoché in toto il punto di vista ebraico». Il presidente del consorzio ebraico, Angelo Sereni, telegrafò a Mussolini «la vivissima riconoscenza degli ebrei italiani» e sulla rivista ebraica Israel Angelo Sacerdoti definì la nuova legge «la migliore di quelle emanate in altri Stati».

Terzo. Presidente, ha mai detto e scritto qualcosa sulle centinaia di italiani, comunisti, antifascisti e a volte anche ebrei, che fuggirono dall'Italia fascista e furono uccisi nella Russia comunista con l'avallo del segretario del suo partito, il sullodato Togliatti? In Italia, persino sotto il Duce, avrebbero avuto una sorte migliore...


 
 articolo di riferimento:
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Mussolini aveva ragione:

i GUF sarebbero stati la futura classe dirigente d'Italia!
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Durante gli anni dell’Università, il gufo Giorgione (Napolitano) “fa parte del GUF, il gruppo universitario fascista […]. In questo periodo si forma tuttavia il gruppo di amici storico di Napolitano che, seppur militando ufficialmente nel fascismo, guardava alle prospettive dell’antifascismo (fantastico! ndr). Napolitano dirà più avanti: “Il GUF era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato” (Wikipedia) (ma il Fascismo non era intollerante verso gli oppositori?)

Vediamo allora come funzionavano i GUF

Già dal 1919 studenti universitari cominciarono ad aderire al neonato movimento dei Fasci Italiani di Combattimento, formando in numerose città Squadre d’Azione formate da goliardi. Nel 1920 nacquero ufficialmente i GruppiUniversitari Fascisti, che raccoglievano tutti gli universitari che si riconoscevano prima nel programma sansepolcrista e poi nel Partito Nazionale Fascista.

Nel 1927, dopo la totalitarizzazione dello Stato, si ebbe una ristrutturazione dei gruppi. Il Partito si dedicherà così con attenzione alla loro organizzazione ed all’educazione di questa gioventù che, secondo Benito Mussolini, dovrà rappresentare “la futura classe dirigente” d’Italia.

(toh, che combinazione!).

Facevano parte dei GUF, gruppi ad iscrizione su base esclusivamente volontaria (Ohibò), i giovani tra i 18 ed i 21 anni che provenivano dalla Gioventù Italiana del Littorio (GIL) iscritti ad una Università, ad un Istituto Superiore, ad un’Accademia Militare o all’Accademia Fascista della GIL.

I Gruppi Universitari Fascisti erano cooptati in nuclei di almeno 25 fascisti universitari (quindi non obbligatoria per tutti gli universitari, e allora perché fare antifascismo in una organizzazione fascista?), costituiti in ogni città, sotto il comando di un responsabile nominato dal Segretario Federale, su proposta del Segretario del GUF. I responsabili di ogni nucleo facevano parte dei rispettivi Direttori dei Fasci di Combattimento locali.

Ma è normale: fascismo e comunismo presuppongono lo stesso modo statalistico e totalitario di pensare, cioè: lo Stato deve prevalere sull'individuo... 

di Massimo Francese, integralmente tratto da