lunedì 4 febbraio 2013

Uscire dalla rete

Dalla metafora alla realtà: siamo prigionieri di una rete.
 

Che ci troviamo impigliati nelle maglie di una rete sempre più serrata in una sorta di "camera della morte" non per tonni ma per esseri umani, è evidente: giorno dopo giorno stiamo perdendo sotto ogni aspetto ogni rimasuglio della nostra libertà, della nostra dignità e perfino del nostro buon senso; i divieti e gli obblighi a cui siamo tenuti si moltiplicano a decremento dei nostri sacrosanti diritti in virtù di non meglio motivati "sacrifici" a cui saremmo tenuti - solo noi - a sopportare per superare una crisi inesistente ma dagli effetti tragicamente reali grazie alla matrix generata e sostenuta dai media di regime.

Le maglie di questa rete sono sempre più selettive solo che al contrario di una vera rete da pesca, quella in cui siamo impigliati lascia sfuggire solo i pesci più grossi, quelli che sono cresciuti abbastanza allineandosi al sistema, tanto da avere la forza (economica ed esecutiva) di allargare le maglie e guadagnarsi una relativa libertà.


La rete reale in cui ci troviamo altrettanto impigliati è in realtà... virtuale.

E' vero che siamo liberi, ancora per il momento, di manifestare e ricercare la verità sul web ma è altrettanto vero che questo non è il mondo reale e che per giunta non è frequentato da tutta l'umanità ma solo da quella più ricca e sfaccendata.

Come se non bastasse, i frequentatori di queta rete, soprattutto in Italia, sono alla ricerca di svago più che informazioni e se cercano informazioni, si accontentano di versioni elettroniche di quanto viene trasmesso dai media di regime senza preoccuparsi di cercare, per ogni notizia o argomento, un contradditorio o una verifica.

La vera ricerca di informazioni reali e verificate, in rete, è affare di una ristretta percentuale di addetti ai lavori ed una percentuale ancor più ristretta di lettori.

In Italia, si stima che solo il 10% dei naviganti entri in rete per informarsi e la vera dimensione del problema risulta ancor più drammatica se si pensa che solo il 10-11% degli italiani è avvezza all'utilizzo del web: ciò significa che solo l'1% dei nostri connazionali ricerca informazioni in rete.

Troppo poco per formare una massa critica di opinione.


Le soluzioni per uscire dalla rete
  • Emettere moneta dello Stato contro valore o prestazione: è inammissibile che siano enti quasi del tutto privati privati come la Banca d'Italia ad emettere valuta assolutamente priva di valore reale. Tale moneta viene poi prestata allo Stato e noi dobbiamo pagare la tasse per coprire il debito accumulato. Solo stroncando il Signoraggio Bancario potremo costruirci un mondo di benessere ed uguaglianza. La ricchezza diventerebbe in tal modo così diffusa che non avremmo più bisogno di lavorare otto e più ore al giorno per sostenerci; questo è facile da capire: se lo Stato emettesse per conto proprio tutto il denaro di cui ha bisogno, la tassazione dei cittadini diverrebbe supeflua e visto che essa abbatte in realtà oltre il 70% dei nostri redditi, è chiaro che basterebbero 3 ore di lavoro al giorno per sbarcare un decente lunario. Questo è il primo ed il più importante passo che c'è da fare per riconquistare la nostra vita. Il resto viene da sé e riveste un'importanza conseguenziale.
  • Disconoscere l'attuale sistema di potere: lo Stato siamo noi, non loro. Non li abbiamo eletti, non li abbiamo delegati di svendere ai peggiori offerenti le industrie di Stato, non abbiamo chiesto loro di cedere quote di sovranità nazionale, non sono al nostro servizio ma dipendono da un manipolo di gangster internazionali globalisti impegnati contro i nostri interessi a costruire un Ordine Mondiale blindato ed inattaccabile a nostro danno ed a loro vantaggio con l'eliminazione pressoché totale di ogni nostra libertà residua e l'assicurazione perpetua dei loro fottuti interessi. Non votiamo i loro fantocci, sproniamo i magistrati e le Forze dell'Ordine a compiere il loro dovere in ossequio alla Costituzione fermando questa classe politica e dirigenziale che lavora solo negli interessi di potenze straniere nel disprezzo più totale del conseguente sfacelo nazionale.
  • Riprendiamoci la perduta sovranità nazionale: l'abbiamo persa assieme alla guerra e nessuno ce l'ha più restituita. Quelli che si sono trovati in posizioni tali da poter provare a ridarci dignità di nazione sono stati eliminati sotto i nostri occhi, basti pensare a Mattei, Moro e - perché no - Craxi, eliminati perché remavano contro il premeditato annichilimento del nostro Paese sovrano riducendolo all'asservimento in balìa di potenze straniere e del sistema economico occidentale.
  • Spegnamo radio e televisione, non compriamo giornali di regime e cominciamo ad informarci su quello che realmente ci circonda e ci riguarda da vicino.
  • Boicottiamo le lobby di potere che comandano a bacchetta i loro (loro, non nostri) politici: è molto più facile di quanto si pensi: per azzerare lo strapotere bancario basta non dare loro i nostri soldi e ritirare quelli che eventualmente abbiamo loro affidato; per ridimensionare il potere di Big Pharma è sufficiente non ammalarsi e anche questo è facile: basta non ingerire carne, zucchero, sostanze altamente tossiche come l'aspartame, il fluoro, il benzene, ecc. ed evitare cibo stracotto o conservato in contenitori di plastica. Prendiamo tutto il sole di cui abbiamo bisogno e mangiamo solo cibi non geneticamenter modificati, vegetali e possibilmente crudi. In tal modo è praticamente impossibile ammalarsi tanto da dover ricorrere a medicinali o prestazion ospedaliere. Non cadere nella rete dei check-up congegnati per lo più per diagnosticare patologie inesistenti che vorranno "curarvi" con terapie tossiche o cancerogene. Passare ad una dieta vegana, oltre agli enormi vantaggi per la salute, consentirebbe enormi risparmi alla collettività in termini economici ed ambientali ed inoltre permetterebbe una tale disponibilità di cibo da eliminare di "sana pianta" (è proprio il caso di dirlo) la fame nel mondo. Altro che FAO.
  • Non compriamo NULLA di cui non abbiamo veramente bisogno: se ci troviamo in questa stuazione è anche per la smania di acquistare e di sostituire compulsivamente oggetti che svolgono ancora perfettamente la lloro funzione, a cominciare dalle automobili.
  • Non accettate lavori che comportino pendolarismo: esso è un sistema perverso di costi economici e sociali inaccettabili. Alle strette, molto meglio trasferirsi che sprecare una consistente quota della propria vita in un mezzo di trasporto.
  • Preferiamo l'acquisto di beni prodotti nelle vicinanze: è immorale ed assolutamente idiota acquistare acqua imbottigliata lontano dalla nostra residenza, pagandola 500 volte più che l'acqua potabile del rubinetto e magari contenuta in bottiglie di plastica che rilasciano Bisfenolo-A e Ftalati altamente tossici. Diciamo chiaro che chi compra e beve acqua imbottigliata fa una scelta rispettabile ma anti-economica; chi la compra contenuta in bottiglie di plastica lo fa contro la propria salute e sono fatti suoi, chi la compra facendosela arrivare da lontano, è responsabile di costi e traffico che dovrebbe contribuire a sostenere in prima persona: sono per una tassazione extra dell'acqua imbottigliata in plastica proporzionale ai chilometri percorsi dall'imbottigliamento all'acquisto. La stessa cosa vale per qualsiasi altro bene oltre l'acqua, alimentare e non. In tal modo le industrie locali (quelle che ci danno lavoro) si risolleverebbero non più mortificate da una concorrenza globalista e con esse si risolleverebbe tutta l'economia. Non va dimenticato che sono gli imprenditori a creare il lavoro: è inutile chiederlo allo Stato.
  • Preferiamo le energie rinnovabili ed attrezziamoci anche in proprio a produrle ovvero sfruttarle perché già esistono. Si può fare gradualmente con costi incredibilmente bassi e resa assicurata.
  • Stampiamo e diffondiamo notizie importanti per l'Opinione Pubblica: le stampe rimangono e prima o poi vengono lette, a differenza dell'informazione da consumo, compresa quella che possiamo fare a voce. Solo una consapevolezza globale ci può salvare.
Facile.

tratto da info archivio