lunedì 15 agosto 2016

Si può battere l'ignoranza?


Un mio amico sostiene che contrapponendosi all'ignoranza se ne esca inevitabilmente sconfitti. E questa è una condizione con la quale in Italia siamo costretti a fare i conti giornalmente nonostante fossimo in origine uno dei popoli occidentali più acculturati, soprattutto se retrodatiamo l'analisi all'epoca borbonica e limitatamente al Regno che vantava la minor percentuale mondiale di analfabetismo tra la popolazione, oltre ai tanti altri record positivi.
La forza dell'ignoranza infatti costituisce una barriera impenetrabile a qualsiasi argomento logico ed a qualsiasi dimostrazione perché, essendo ogni pensiero astratto (e quindi ogni idea!) non altro che un'elaborazione funzionale di dati conosciuti, nel momento in cui i dati in archivio scarseggiano, nessuna costruzione logica può apparire tale se eseguita sulla base di dati sconosciuti.


Ma tale considerazione è vera solo quando chi non dispone di dati sufficienti, oltre a questa carenza, è condizionato da una chiusura mentale che gli impedisce di acquisire ulteriori dati.
Quando succede questo? Ovvio: quando tra i dati archiviati c'è un ingombrante programma, a volte identificabile, a volte occulto, che impedisce l'acquisizione di nuovi dati.

Nel primo caso - programma identificabile - è facile rendersene conto (almeno dal di fuori...) perché si tratta di quei pacchetti di pensiero inculcati con l'indottrinamento e che usiamo definire dogmi.
I dogmi svolgono infatti l'esatta funzione di un antivirus che impedisce l'acquisizione di qualsiasi file o programma in grado di minacciare la propria integrità. Repellono e rigettano qualsiasi informazione pericolosa o destabilizzante.
Sono autoreferenziali e quindi impediscono la formazione di punti di vista esterni ai limiti cognitivi che impongono.
Non a caso, l'imposizione dei dogmi è stata alla base del successo delle religioni, infatti qualsiasi discussione o interrogativo che possa sorgere dall'interno di tali sistemi di pensiero non possono che iscriversi in una traiettoria che alla fine riconduce inevitabilmente nella baratro dello stesso buco nero culturale.

Essendo stata riscontrata come estremamente funzionale al controllo degli individui senza imposizioni forzate, la tecnica dell'inculcamento di dogmi è stata sempre più utilizzata anche in campi che nulla hanno a che vedere con la spiritualità - per quanto ogni argomento, in realtà, ne sia pervaso.
Scienza e Società sono stati i primi settori infettati dai dogmi perché in tutti e due i casi si tratta di organismi dei quali è impossibile prevedere la direzione evolutiva che potrebbe essere rivoluzionaria, nel caso sia lasciata a sé stessa.
Ed i sistemi di potere non temono nulla più che una rivoluzione dei punti di vista.
La Scienza infettata dai dogmi è degenerata nello scientismo che presuppone basi logiche e scientifiche viziate però da limiti cognitivi auto imposti che ne circoscrivono lo sviluppo. Lo scientismo fa cadere in trappola molte menti semplici perché può dimostrare - in apparenza - tutto quello che dice operando una selezione preventiva sui dati di partenza epurati in base a logiche di "bias di conferma" ovvero estrapolazione di dati che confermano le teorie da confermare ed oscuramento e censura dei dati che le smentiscono.

Per fare un esempio pratico, basta prendere atto dello straordinario consenso di cui ha goduto per decenni la Dieta Mediterranea di Ancel Keys almeno tra le persone che non sanno/sapevano che il cardiologo nonché medico militare statunitense, per avvalorare con connotati scientifici la sua dieta, tra gli studi condotti in 22 Paesi del mondo, utilizzò solo i 5 che gli davano ragione omettendo gli altri 17 che non spiegavano perché, ad esempio, i norvegesi presi in esame presentassero valori di colesterolo nella norma mentre gli americani subivano pesantemente gli effetti dei loro eccessi alimentari, salvo scoprire che i norvegesi assumevano molti più grassi animali degli americani!!


Nel secondo caso - programma occulto - è più difficile individuare il software malefico perché è stato radicato nel "codice sorgente" dei primi anni di formazione dell'individuo inducendolo ad utilizzare, per il resto della sua vita, delle forme di pensiero in grado di fungere da recettori metabolici di dogmi e da anticorpi contro le evidenze che possono derivare utilizzando un pensiero di tipo analitico.
Mi spiego meglio.
L'educazione dei bambini si basa sull'insegnamento pedissequo di dati e nozioni senza concedere ai riceventi nessuno stimolo alla critica o al dubbio.
Anzi, si procede d'uffico a stilare delle classifiche di merito (voti, encomi) in base alla ricettività mentale dei bambini, alla loro permeabilità alle informazioni cioè alla passività - in buona sostanza - che mostrano al radicamento di nozioni.
Si dà per scontato che questo sia l'unico metodo possibile ma non è così: ne esiste (almeno) un altro, sicuramente più lento ed incerto del primo, magari difficilmente utilizzabile su scala scolastica ma possibile nell'ambito familiare, che si basa sull'autoapprendimento, stimolando, invece che soffocare, l'innata curiosità e voglia d'apprendimento che presentano tutti i bambini sani.
Questo metodo, a fronte della scarsa possibilità che offre di prevederne i risultati, offre diversi vantaggi tra cui l'indirizzamento automatico e naturale del bambino verso campi per i quali la sua indole lo rende più portato.
In tal modo, il bambino compirà rapidi progressi nei settori del sapere che molto probabilmente gli torneranno più utili nella vita, evitando o rimandando alla formazione di una cultura generale l'apprendimento di nozioni di valenza sociale che avrà sempre tempo e modo di acquisire durante la sua maturazione. Inoltre, in tal modo, avrà maggiori probabilità di scansare il rischio di venir infettato da conoscenze fasulle e condizionanti, in un periodo della sua vita in cui non ha ancora sviluppato sufficiente spirito critico e pensiero analitico.
Per questo, i bambini non andrebbero insultati ed afflitti con materie anti-scientifiche (nel senso di anti-conoscitive) come ad esempio la storia - non solo perché nel 99% dei casi è falsa ma perché non possono capirla non disponendo ancora di sufficienti basi logiche ed economiche - oppure la religione, invenzione umana tra le più condizionanti il pensiero, non a caso strutturata e concepita per il controllo e la sottomissione delle coscienze.

Ovviamente, sarà necessario fornire al bambino degli strumenti indispensabili per acquisire informazioni: non altre informazioni arbitrarie ma metodi cognitivi, il primo dei quali non può che essere la lingua con la sua struttura che permette di concepire e comunicare pensieri originali ed informazioni, permette la formazione di concetti sottostanti al linguaggio e la loro corretta e comprensibile esternazione. La sua struttura si basa sulla logica e sull'analisi e quindi non può che costituire la migliore delle basi di partenza per qualsiasi ulteriore apprendimento.
Il secondo è la geometria a cui seguirà a ruota la matematica: il linguaggio descrittivo più preciso che si conosca, applicabile a qualsiasi struttura di pensiero umana in quanto ne è alla sua stessa base.
Il terzo sarà la fisica: la materia che studia tutti i fenomeni dinamici la cui conoscenza di base permetterà per il resto della vita di essere pienamente capaci di distinguere il vero dal falso e di non cadere in tranelli sofistici.
Con questa potente triade a disposizione, un essere umano così formato è in grado di crescere, di autodeterminarsi ed alla fine di difendersi da solo da tutte le insidie che dovrà affrontare nella vita: avrà gli strumenti essenziali; come usarli e per cosa, dipenderà unicamente dai suoi desideri, dalle sue decisioni e dalla sua volontà.