mercoledì 31 luglio 2019

Prescrizioni acide

Ieri sera un mio inquilino è ricorso al Pronto Soccorso del vicino ospedale a seguito di un diffuso malessere probabilmente di origine digestiva o neurovegetativa. Non ho fotografato il referto ma, in breve, la diagnosi non va oltre la stessa causa del ricovero ovvero una gastralgia. Manco a dirlo l'hanno mandato via con la prescrizione di un farmaco da assumere per ben 15 giorni (!) e con i seguenti consigli alimentari:


Dieta in bianco.
Evitare cibi grassi, alcool caffè e cibi acidi.
Basterebbe questo per valutare l'incompetenza di fondo in materia alimentare da parte del medico di guardia: se si raccomanda di evitare i cibi acidi,
com'è che si prescrive una dieta "in bianco" se cereali raffinati e latticini sono i cibi più acidificanti che possiamo assumere?
E poi perché bandire i grassi che hanno un effetto protettivo per l'epitelio gastrico?!? 

Quando medici - laureatisi peraltro senza aver dato un solo esame sull'alimentazione ovvero sulle norme che più di ogni altro stanno alla base di una buona salute - si permettono di esprimere pareri negativi su divulgatori scientifici preparatissimi come Claudio Tozzi o Adriano Panzironi - ma anche altri - farebbero bene a tacere riconoscendo la loro ignoranza in materia alimentare.
E' così che si perpetua una classe di malati che invece di avere una spiegazione sul perché dei loro malanni si vedono prescrivere dei farmaci che nella migliore delle ipotesi eliminano temporaneamente i sintomi senza neanche sfiorare da lontano le cause. Perfetti consumatori perenni di medicinali per persone (potenzialmente) sane: il sogno di Big Pharma che si avvera.