mercoledì 22 febbraio 2017

Quando l'ignoranza e l'amore di mamma, assieme possono uccidere


Sulla vicenda che ha comportato il suicidio del sedicenne di Lavagna, va rilevato che la mamma del ragazzo ha agito utilizzando una miscela letale di amore ed ignoranza.

Inutile commentare l'amore - e talvolta la conseguente disperazione - che una madre può provare per il figlio ma cosa ignorava la donna per adottare un comportamento che ha comportato la morte del proprio figlio?

Per prima cosa, ignorava il fatto che se esistono una serie di divieti relativi alla cannabis, è solo perché due industrie statunitensi (una chimica l'altra petrolifera) appoggiati da un potente magnate dell'informazione avviarono una campagna contro la coltivazione della canapa nel momento in cui si resero
conto che da tale pianta potevano essere estratti principi che avrebbero messo a rischio i loro affari. Mi riferisco a fibre vegetali cinque volte più resistenti del nylon, principi attivi curativi di diverse patologie importanti tra cui il cancro ed il glaucoma, oli per l'alimentazione, per uso industriale ed essenze come l'etanolo di canapa che potevano costituire un'alternativa significativa alla benzina per l'uso motoristico. Addirittura Ford aveva realizzato una vettura il cui motore era alimentato ad etanolo di canapa e la cui carrozzeria - incredibilmente resistente! - era in fibra di canapa. Ma perfino lui dovette piegarsi al divieto imposto dai suoi colleghi industriali.
A tal riguardo, leggi: La Canapa e il Grillo.

E' di questo che ebbero paura, non certo negli effetti blandamente psicotropi sulle persone che ne fumavano le infiorescenze. Una pianta, una semplice pianta: hanno reso illegale una pianta solo per tutelare i loro interessi industriali!
Come proibire la coltivazione del grano perché se ne può ricavare la vodka di cui qualcuno può abusare, dell'orzo perché se ne può ricavare whisky, di tutta la frutta perché se ne può ricavare vino, del ginepro per il gin, dell'agave per la tequila... 


Secondariamente, la povera mamma non sapeva che il consumo di cannabis non comporta una vera e propria dipendenza o comunque la comporta in maniera più lieve e controllabile rispetto alla dipendenza (ed i relativi danni) che possono creare lo zucchero, il caffè e l'alcool: tre sostanze che rientrano nella nostra tolleranza culturale e che non creano quasi mai problemi incontrollabili tranne forse il cancro ed il diabete che possono essere addotti o facilitati da un consumo smodato di zucchero nel proprio regime alimentare e la cirrosi epatica che può essere indotta, alla lunga, da un consumo eccessivo di alcool.

Una storia che tutti quelli che disquisiscono sulla cannabis dovrebbero conoscere, prima di formarsi un'opinione: