mercoledì 13 aprile 2016

A quando la decisione di sostenere un Paese in difficoltà?

Oltre la sudditanza ad altri Paesi, uno dei grandi mali del nostro è la limitata libertà di stampa che nel 2015 lo pone al 73° posto nel mondo su di un totale di 196 Paesi riconosciuti come "indipendenti".
Quindi, per sapere qualcosa di (più) reale ed attuale, invece di aspettare una cinquantina d'anni la desecretazione della nostra storia recente, facciamo prima a consultare i giornali esteri. In questo caso ci rivolgiamo alla Francia, che può dirci qualcosa dall'alto del suo 38° posto in graduatoria mondiale... .

Il quotidiano Le Figaro, da fonte internazionale Reuters, ci informa che "L'Italia sta pensando di creare un fondo garantito dallo Stato per sostenere le banche in difficoltà..." e fin qui nulla di strano perché da "sempre" il nostro Stato, naturalmente a spese nostre, corre in soccorso delle aziende private sufficientemente grandi da influenzare, per non dire decidere, la politica economica nazionale. 
Lo ha sempre fatto ad esempio con la FIAT accollandosene le millantate perdite senza mai beneficiare degli utili, ricordando nel suo comportamento una celebre barzelletta di Gigi Proietti.
E per fortuna la FIAT ci ha abbandonato, trafugando gli ultimi capitali italiani (si spera) e trasferendo i nostri... pardon: loro averi all'estero.
Ma le banche sono ancora qui, magari non sono tutte a capitale nazionale, ma sono vive, vegete e protette dallo Stato nella loro funzione parassitaria ed ecco che si scoprono "in sofferenza" in quanto parassiti di un organo che hanno fatto ammalare loro, oltre ai soliti noti.

Questo supporto statale andrebbe in contrasto con delle leggi comunitarie e l'unica speranza è che non venga violata una di quelle poche leggi europee che ci tornerebbero utili.
Ma siccome non m'intendo affratto di politica ma un poco poco di economia, mi chiedo: a quando una cordata di banche per aiutare il loro Paese in difficoltà? Ciò anche nel loro interesse.
La cosa avrebbe più senso di un aiuto statale a degli imprenditori fallimentari.
E il famoso rischio d'impresa dove finisce se quando fallisci ci pensa lo Stato?
Cioè: perché la cosa vale per loro e quando i normali imprenditori - che sono coloro che CREANO il lavoro - sono in difficoltà, lo Stato non aspetta altro che assestare loro il colpo di grazia, avvalendosi nel caso di associazioni criminali come Equitalia?

Ma basta guardare al passato per capire quali possono essere gli sbagli di uno Stato, tenendo ben presente però - come sosteneva Ezra Pound (vedi foto) - che chi non s'intende di economia non può capire affatto la storia.