martedì 10 aprile 2012

La collocazione delle idee

Oggi vi parlo di una delle truffe epocali più grandi che si possano immaginare ma che parimenti al Signoraggio Bancario o alle Scie Chimiche sono tanto evidenti da risultare invisibili o poco credibili... .

Essendomi trovato giovane studente nella Toscana degli "anni di piombo" - strategia che oggi sappiamo pianificata a tavolino da poteri occulti che all'epoca non potevamo neanche immaginare - e con una forma mentis scarsamente condizionata da indottrinamenti, una delle occorrenze più tipiche di quel periodo era il mio dissenso con le forme di lotta sociale e soprattutto con i loro obiettivi, che a me apparivano sbagliati in partenza.
 All'epoca ero già orfano di padre e da ancor più tempo figlio di una madre semiparalizzata per postumi di poliomielite contratta quando io avevo solo quattro anni, quindi l'incerta presenza nella mia vita della sola nonna materna non riuscì a plasmarmi nella maniera più convenzionale ed allineata al sistema.
Anche a livello ambientale, a quell'età non mi ero ancora mai trovato abbastanza a lungo in un posto per subirne in maniera definitiva un condizionamento mentale, avendo già cambiato residenza un paio di volte tra il sud ed il centro Italia.

Frequentando un istituto professionale, proletario per definizione, era "naturale" che mi trovassi a frequentare... anzi mi trovassi totalmente immerso in ambienti cosiddetti "di sinistra". E la mia maggiore conoscenza di tali ambienti mi portava a rilevare con maggior facilità i profondi controsensi dell'ideologia che cementava i movimenti. Controsensi che nessuno oltre me riusciva a vedere.
Non saprei dire cosa accadeva o cosa si diceva negli ambienti "di destra" in quegli anni. Non a caso, l'impermeabilità ideologica tra gruppi opposti è una delle armi più potenti del Sistema.

Ed è di questo che voglio parlare: ogni qual volta venivo coinvolto in qualche modo nell'analisi di qualche tematica sociale, magari da professori di lettere allineati ed osservanti portatori di un'unica indiscutibile verità, o in qualche movimento di base, da studenti convinti di essere "autogestiti", la mia posizione più comune era quella del totale dissenso!
Perché mi accorgevo con enorme facilità che tematiche, problemi, soluzioni, metodi relativi ad ogni nuova evenienza erano condizionati in partenza da dettami prettamente ideologici e per nulla realistici.

Così mi trovavo nell'antipatica posizione di una Cassandra che, sola, riusciva a vedere oltre ogni erigenda barricata, reale o mentale che fosse.
Questo mi obbligava di coscienza ad avere il privilegio, raro a quell'epoca, di NON partecipare ad inutili e dannosi scioperi, volantinaggi, azioni di forza e soprattutto di svolgere temi in classe  incondizionatamente e realmente "rivoluzionari" visto il contesto di ordinaria "rivoluzione".
Essere etichettato di tanto in tanto "fascista" e "reazionario" era uno scotto da pagare perché è chiaro che la totalità dei miei accusatori non aveva la minima idea di cosa era stato ed a cosa era dovuto REALMENTE il fascismo e quanto la REALE definizione di "reazionario" come termine in sé racchiudesse una valenza positiva giacché può essere criticabile un'azione ma la relativa reazione, contrariamente a ciò che insegnano alcuni credi, è sempre giustificata in quanto conseguenza dell'azione stessa. In fisica è così e non vedo perché dovrebbe essere diversamente per altri aspetti della vita: se siamo dominati, sfruttati, oppressi può essere dovuto anche al fatto che per imposizione culturale siamo portati a subire passivamente. Il Potere ha sempre esaltato l'eroismo della non-reazione; indovinate a chi fa comodo questa cosa!
Tuttavia, riuscivo ad essere amico di tutti ed a non avere in realtà veri nemici ma tutt'al più parecchie persone convinte che io non fossi in grado di "capire" magari in quanto proveniente dal sud.

Così, mi trovavo nella posizione di poter classificare impunemente e senza vergogna le più grandi battaglie sociali dell'epoca bollandole come idiote o sbagliate in partenza.
Trovavo idiota infatti niente meno che la stessa Lotta di Classe, il Femminismo ed il Lavoro inteso come obiettivo primario. Per la verità trovo ancora idioti concetti del genere, utili soltanto - nei primi due casi - a frammentare la società per controllarla meglio ed evitare che, unita, diventi pericolosa per il Sistema e, nel terzo caso, a deviare l'attenzione su di un bisogno relativo o secondario com'è il lavoro.

E' chiaro che definire delle classi sociali in base a parametri imposti dallo stesso Sistema e poi spingerle a combattersi tra loro, impedisce a chi si trova così inquadrato di rendersi conto di chi sia il suo vero nemico.
Il femminismo in questo contesto, è stata l'arma più potente utilizzata in quel periodo in quanto capace di disgregare o comunque indebolire la cellula più elementare della società che è una coppia formata da due persone di sesso diverso unite da un sentimento di reciproca attrazione.
Invece di proclamare l'Uomo stesso o qualsiasi essere vivente "patrimonio dell'umanità" - come suole proporre Silvano Agosti (che, non a caso, si è formato in una maniera simile per certi versi alla mia) - l'obiettivo principale del Sistema da Giulio Cesare in poi, è stato quello di favorire la creazione di categorie e sotto categorie di dominati in perenne battaglia fra di loro in modo che il vero potere non fosse mai messo in discussione.

Anche per quanto riguarda il lavoro, mi sono trovato da sempre in accordo con l'autore citato perché esso, razionalmente, non può essere considerato un obiettivo ma se mai un mezzo per conseguire il vero obiettivo che sono i soldi, se per questi e tramite questi intendiamo la possibilità di condurre un'esistenza libera e dignitosa.

Rifiutate quindi le ideologie e qualsiasi altra gabbia di pensiero come le religioni (non esiste una differenza sostanziale tra ideologie e religioni, almeno per quanto riguarda i loro effetti sulle menti indifese) e guardate in faccia la realtà se realmente avete intenzione di cambiarla.
Le ideologie per definizione sono gabbie di pensiero architettare per creare proseliti che, una volta adottatele in base a quella che i poveri malcapitati credono sia una loro scelta razionale, impediscono qualsiasi interpretazione della realtà ad esse alternative.
Il fatto che la totalità delle ideologie - nessuna esclusa - veicoli o possa veicolare messaggi positivi, non deve impedire a chi ne è rimasto plagiato, la libertà di valutare anche i suoi riscontri negativi.

E soprattutto, evitate l'errore di collocare in una determinata casella "politica" o ideologica ogni nuova idea, concetto o soluzione di cui venite a conoscenza.
Soffermarsi sulla fonte o sul messaggero - ed è proprio questa la funzione della disinformazione di regime - impedisce di analizzare razionalmente l'essenza del messaggio: questo è l'obiettivo della deviazione dell'attenzione.
I problemi, e le loro soluzioni, non hanno alcuna valenza politica, non l'hanno mai avuta e non l'avranno mai.
L'unica cosa corretta e razionale che possiamo fare è valutarne l'efficacia e l'applicabilità, non certo collocarli in una gabbia culturale se contrastano con le dottrine inculcateci: non esistono cose giuste proprietà esclusiva di una determinata ideologia o religione.
Per contro ne esistono tante di sbagliate che possono tranquillamente albergare ed essere propagandate, nonostante la loro evidente assurdità, nelle religioni e nelle ideologia.
Se qualcuno vuole farvi credere il contrario è solo perché ha realmente paura del Pueblo Unido... .

Ecco un comunista che ha avuto il coraggio e la capacità di aprire gli occhi.
Ascoltate bene ciò che dice: