Questo governo, come altri che l'hanno preceduto, ha dichiarato di volerle ''tagliare'' e qualche mese fa la questione era tornata di attualità, salvo poi finire come sempre in una bolla di sapone: le provincie non si toccano. Tanto che ne sono attualmente allo studio altre 21, come se non bastassero le 110 esistenti che ci costano ogni anno 14.000.000.000 di euro, occupando immensi palazzoni e impiegando 61.000 persone che, se le provincie chiudessero, potrebbero essere utilizzate per far funzionare meglio la macchina statale che ha buchi ovunque, nonostante la pubblica amministrazione italiana abbia un rapporto impiegati/cittadini unico al mondo. Le province italiane muovono interessi per tutti i partiti: enti creati ad hoc, carrozzoni e poltrone da spartire, con un serbatoio infinito di incarichi in cui collocarsi o piazzare i propri ''fedeli''.
A parte il mantenimento di una flotta di persone non secondaria, le province si dilettano in viaggi ''di rappresentanza'' e ''istituzionali'' e molte altre attività alla quale la nostra società farebbe volentieri a meno. Ogni cittadino italiano paga in media 160 euro all'anno per mantenere in piedi questo macrocarrozzone, e per una volta non è il sud (148 euro) a primeggiare sui costi, ma il centro (178 euro) seguito dal nord.
Le tasse incassate direttamente dalle province ammontano a poco meno di 4 miliardi di euro (3 miliardi 748 milioni, a fine 2009), derivanti per lo più da RC auto (1,5 miliardi), imposta di trascrizione (881 milioni) e addizionale energetica (682 milioni di euro). per coprire il fabbisogno però occorrono altri miliardi. servono per la viabilità (3 miliardi), la tutela ambientale (900 milioni), l'edilizia scolastica (1,6 miliardi), lo sviluppo economico (1,2 miliardi). ma anche tanto altro. Le province organizzano e gestiscono i corsi di formazione professionale per una spesa di 800 milioni di euro, sovrintendono ai centri per l'impiego, per 500 milioni, gestiscono iltrasporto pubblico extra urbano per 1,3 miliardi, si occupano di promozione turistica e sportiva dei loro territori per 550 milioni
Vanno ovviamente pagati i 61.000 dipendenti (il 23% laureati): 2 miliardi 450 milioni di euro del budget, pari al 25%. naturalmente non mancano i compensi dei 4.207 amministratori: ovvero i 107 presidenti, i 107 vice, gli 863 assessori, i 107 presidenti dei consigli, i 3.023 consiglieri. per loro si spendono 119 milioni di euro l'anno.
Svolgono funzioni, che potrebbero essere tranquillamente affidate ai comuni o alla Regione di competenza: facendo risparmiare ai cittadini dei bei soldoni: ma alla casta non interessa, perchè loro problemi economici, non ne hanno certamente....
Le tasse incassate direttamente dalle province ammontano a poco meno di 4 miliardi di euro (3 miliardi 748 milioni, a fine 2009), derivanti per lo più da RC auto (1,5 miliardi), imposta di trascrizione (881 milioni) e addizionale energetica (682 milioni di euro). per coprire il fabbisogno però occorrono altri miliardi. servono per la viabilità (3 miliardi), la tutela ambientale (900 milioni), l'edilizia scolastica (1,6 miliardi), lo sviluppo economico (1,2 miliardi). ma anche tanto altro. Le province organizzano e gestiscono i corsi di formazione professionale per una spesa di 800 milioni di euro, sovrintendono ai centri per l'impiego, per 500 milioni, gestiscono iltrasporto pubblico extra urbano per 1,3 miliardi, si occupano di promozione turistica e sportiva dei loro territori per 550 milioni
Vanno ovviamente pagati i 61.000 dipendenti (il 23% laureati): 2 miliardi 450 milioni di euro del budget, pari al 25%. naturalmente non mancano i compensi dei 4.207 amministratori: ovvero i 107 presidenti, i 107 vice, gli 863 assessori, i 107 presidenti dei consigli, i 3.023 consiglieri. per loro si spendono 119 milioni di euro l'anno.
Svolgono funzioni, che potrebbero essere tranquillamente affidate ai comuni o alla Regione di competenza: facendo risparmiare ai cittadini dei bei soldoni: ma alla casta non interessa, perchè loro problemi economici, non ne hanno certamente....
Lo staff di nocensura.com
integralmente tratto da nocensura.com
già rilanciato da INFORMARMY.com
e da heymotard.blogspot.com
immagini tratte da futuroelibertasalerno.it/
e da cittadini-attivi.blogspot.com/
immagini tratte da futuroelibertasalerno.it/
e da cittadini-attivi.blogspot.com/
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Appendice Teorizzata già da tempo, è in corso un'iniziativa sorretta da almeno 75 dei suoi Comuni che riguarda la trasformazione dell'attuale provincia di Salerno in una regione autonoma, col doppio sperato vantaggio di rendersi indipendente da una regione (Campania) che non la rappresenta e dalla soppressione di un ente inutile come la Provincia in sé.
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A livello nazionale, si era già parlato in passato di sopprimere TUTTE le regioni a causa del loro disequilibrio economico e demografico: un esempio (limite) per tutti è l'enorme differenza che esiste su tutti i piani, da quello territoriale a quelli economico-demografico tra due regioni come Lombardia e Molise ma anche tra la stessa Lombardia e la vicina Val d'Aosta, accomunata alla prima solo dalla latitudine e dalla morfologia del comprensorio alpino.
Eppure, tutte queste entità così diverse hanno lo stesso valore di "regione" di fronte allo Stato, con tutti i problemi di valutazione che ne conseguono.
Tuttavia, e questa potrebbe rappresentare un'arma a doppio taglio in tempi in cui si fomentano seccessionismi ed intolleranze, l'eliminazione delle attuali regioni sarebbe stata "compensata" (per cambiare le cose in modo che tutto rimanesse come prima?) dalla creazione di 3 macro-regioni nord, centro e sud il cui unico indiscutibile parametro di equilibrio sarebbe stato quello demografico visto che avrebbero compreso tutte e tre circa 17 milioni di abitanti ciascuna ovvero esattamente un terzo della popolazione nazionale.
paso
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