lunedì 27 gennaio 2020

Il giorno dell'oblio

Tutti gli anni che passano sono ormai costellati da una serie ricorrente di giornate della "prevenzione" nei confronti di patologie specifiche, dando così l'impressione che la salute non sia determinata da un insieme di delicatissimi ed interconnessi equilibri biodinamici ma che il corpo umano sia una sorta di macchina in cui se si rompe un componente, si può essere certi che la causa non abbia nulla a che vedere col funzionamento di un altro elemento deputato a funzioni diverse.
Per inciso, ho messo tra virgolette "prevenzione" perché a rigor di termini, ciò che VOGLIONO VENDERCI per prevenzione è a tutti gli effetti diagnostica. La prevenzione è un'altra cosa, non si mette in pratica con esami clinici compulsivi - spesso pericolosi e/o soggetti
  falsi positivi - ma seguendo uno stile di vita ed alimentare che non generi malattie o malfunzionamenti nell'organismo. Come esempio tra i tanti, in riferimento a quanto appena esposto, basti pensare che ben il 50% delle diagnosi di tumori maligni al seno è erroneo.
Con lo stesso criterio disinformativo e funzionale a chissà a quali interessi (il corsivo sottintende il senso retorico della domanda) ogni anno - quando non sanno più quale malattia "prevenire" - ci stressano l'esistenza con quelle "giornate della memoria" che io definisco giornate dell'oblio in quanto se ne approfittano per propinarci e ribadire le versioni ufficiali di fatti storici che andrebbero rivisitati con maggior rispetto per una Storia intesa come resoconto di fatti reali e non oggetto di propaganda ideologica.

Oggi - inteso come periodo storico - è particolarmente importante rinfrescare la memoria sulle cause che portarono a quella Seconda Guerra Mondiale che, ricordiamolo, comportò il massacro di oltre 70 milioni di persone, principalmente russi e cinesi ma - a scalare per quantità nei milioni di morti - anche tedeschi, polacchi, giapponesi, indiani e jugoslavi. Naturalmente anche noi italiani pagammo un altissimo contributo di vite umane, circa mezzo milione, e sinceramente non si capisce perché ogni anno i media di regime ci ricordano solo i morti della sedicente "razza eletta" che, a rigor di dati accertati dalle statistiche ufficiali, assommano a circa 356.000 unità ovvero lo 0,5% del totale. Mah!

Se a qualcuno ribolle l'olodogma dei 6 milioni di morti, che rifletta sul fatto che di tale cifra di eletti a rischio si parlava fin dal tempo in cui Hitler era un oscuro caporale austriaco durante la Prima Guerra Mondiale... . 
In sintesi, il secondo conflitto definito "mondiale" si verificò per una precipitazione di eventi dovuti all'eccessivo liberismo economico che, mettendo in conflitto economico Paesi diversi, non poté che sfociare in un conflitto militare. Giocando a Monopoli, esemplificazione ludica del liberismo economico, il risultato finale non può che comportare l'accentramento della ricchezza nelle mani di un solo giocatore ed il fallimento di tutti gli altri. Dopodiché non rimane che giocare a Risiko.

I prodromi di tutto questo li stiamo apprezzando oggi. Per evitare una terza guerra mondiale - che tuttavia è già in corso in maniera non del tutto occulta - non abbiamo che da recuperare una piena sovranità monetaria e decisionale degli Stati, per un futuro di pace e collaborazione planetaria.

Articoli correlati: