giovedì 10 novembre 2016

Cosa potrebbero fare ora gli USA di Trump per sconfiggere l'ISIS? Niente!

 

In attesa di un riscontro effettivo della nuova (si spera) politica internazionale USA di Trump, per il quale dovremo aspettare l'anno nuovo, è inevitabile che la prima speranza consiste in un'inversione dei programmi di guerra statunitensi: del resto è principalmente per questo che gli americani hanno votato contro la Clinton, più che a favore di Trump.

Al di là del "lucro cessante" che subirebbero fabbricanti di munizioni e fornitori vari, tutti amici della Fondazioine Clinton e che hanno tutto da guadagnare con l'industria della guerra, sconfiggere l'ISIS e ridimensionare fortemente l'efficacia del terrorismo "islamico" è un obiettivo secondo me molto facile da conseguire perché comporterebbe non costose opere ma omissioni per lo più a costo zero.
In che senso? Molto semplice:

- Annullare le campagne militari di supporto all'ISIS (principale risparmio perché fare la guerra, con i mezzi e le truppe che gli USA muovono su vasta scala, costa e non poco);

- Astenersi dall'organizzare falsi attentati terroristici islamici in giro per il mondo (altro risparmio);

- Smetterla di diffondere la propaganda terroristica (a costo zero) evitando che i media nazionali diventino cassa di risonanza ed amplificazione dei deliranti comunicati e filmati hollywoodiani dell'ISIS: un terrorismo non supportato dai media, può agire quanto gli pare ma non può ottenere gli effetti sperati;

- Visto che gli USA sono molto vicini all'autonomia energetica, imporre (convenienti) sanzioni ai principali finanziatori dell'ISIS: Arabia Saudita e Qatar, stringendo invece lucrosi patti con la Russia;

- Dissuadere Israele dal continuare a curare nei propri ospedali i miliziani dell'ISIS oppure approfittarne per arrestarli, sempre a costo zero e con minor impegno rispetto ad una campagna di guerra.

Anche se questi provvedimenti dovessero costare qualcosa in termini di PIL interno a causa di una minor indotto rotante attorno all'industria bellica, l'impatto di questa eventualità dovrebbe essere azzerato o invertito grazie alla svalutazione del dollaro contraccolpo della vittoria di Trump che, se dovesse permanere, faciliterebbe le esportazioni riattivando la produzione industriale - e quindi il mercato interno - e dovrebbe incentivare investimenti esteri ed il turismo: quello che servirebbe all'Italia e che sarebbe facilmente realizzabile sottraendoci dai vincoli imposti dalla moneta unica europea a cambio fisso. Anzi l'Italia si gioverebbe ancor di più di due monete interne: una più forte per il nord ed una più debole per il sud. Ma non pretendiamo troppo, per il momento basterebbe rottamare l'Euro, svincolarci dalle pastoie europee e prepararci a gestire un colossale ritorno al benessere. Naturalmente, per fare ciò è necessario disporre di un governo regolarmente eletto.

Post Scriptum:
Anche nel caso sia inevitabile sconfiggere il Daesh militarmente, non è pensabile al giorno d'oggi che un esercito privo di aeronautica, di una rete satellitare e che si muove utilizzando dei pick-up civili - non blindati - freschi di concessionario, possa resistere all'offensiva di un esercito regolare - come ad esempio quello siriano - per più di una settimana se non è protetto e "coccolato" da formazioni regolari.

Allo stesso modo di come è impensabile che le forze di polizia e d'intelligence di uno Stato non riescano a sgominare definitivamente delle organizzazioni criminali che non agiscono neanche tanto nell'ombra, in un'epoca in cui grazie all'informatica si può sapere tutto di tutti, tracciarne comunicazioni e movimenti, il territorio è integralmente coperto dai satelliti nonché disseminato di telecamere sia in ambiente urbano che sulle reti viarie.
Come fece il fascismo pur privo di mezzi tecnologici avanzati come quelli odierni, ad estirpare la Mafia dalla Sicilia? Nessun'organizzazione privata può tenere testa - per più di una settimana o qualche mese se proprio è ben organizzata - ad uno Stato, se lo Stato non le permette di operare.