martedì 20 marzo 2012

Banche criminali per loro natura

 
La Banca della Magliana

Si può anche ridere sulla mostruosità del signoraggio bancario purché serva al raggiungimento di una coscienza collettiva del problema e non certo ad una sua banalizzazione.

Una delle tecniche della disinformazione infatti, è costituita dalla spettacolarizzazione di grandi verità in modo che dopo l'inevitabile "digestione" da parte dei media di regime e dell'Opinione Pubblica ben guidata, esse non sembrino poi più tanto terribili o addirittura siano frutto della fantasia di qualche sceneggiatore.
Ciò succede quando nonostante le censure, le offerte che non si possono rifiutare, gli omicidi travestiti da incidenti, non è più materialmente possibile continuarle a nascondere ai più.

Basta scorrere a memoria alcune significative pellicole hollywoodiane degli ultimi anni - tutte assolutamente pubblicizzate con grande enfasi - per ritrovare gran parte dei malefatte umane degli ultimi tre secoli riproposte sotto forma di mito o di mero pretesto per qualche mega produzione epocale particolarmente spettacolare o graffiante.
Al di là di qualche scarno ed essenziale film-documentario dedicato a temi specifici ed allestito in forma giornalistica (tipo "Super Size Me" di Morgan Spurlock e quelli di Michael Moore) si possono ricordare pellicole il cui scopo evidente - agli occhi degli spettatori più smaliziati - è quello di spettacolarizzare talmente una verità sottaciuta da renderla infine poco credibile.
E così, ecco relegati al mondo del fantastico temi scottanti come le società segrete che fanno il bello ed il cattivo tempo da due secoli e più almeno nel mondo occidentale (nell'ultimo decennio, lo fanno anche in senso letterale attraverso la manipolazione climatica!), le possibili catastrofi planetarie, gli americani cattivi, la diffusione intenzionale di malattie, i sacrifici umani, la fomentazione di disordini propedeutici all'instaurazione di una dittatura, eccetera eccetera.

In Italia fin dagli anni '60 ad opera di comici e sceneggiatori, era in uso scherzare sulla corruzione diffusa tra i politici proprio per banalizzare talmente un problema in fondo assolutamente serio, da ridimensionarlo a semplice aspetto del nostro costume contro il quale è inutile lottare.
E la cosa ha funzionato e sta funzionando fino ad oggi, tempi in cui si da per scontato che chi "si butta" in politica lo fa esclusivamente per ricavarne benefici illeciti.
Solo negli anni '90, a seguito di una campagna organizzata e condotta in classico stile CIA (e probabilmente REALMENTE condotta ed organizzata da tale ente) gli italiani cominciarono improvvisamente ed inopinatamente ad indignarsi nei loro bar ed in altri luoghi di aggregazione, mandando a casa o in cella una classe politica con l'accusa di corruzione ma il cui vero peccato imperdonabile a livello internazionale era stato il tentativo di sottrarsi alla sovranità statunitense che ci opprime fin dall'invasione che mise fine alla seconda guerra "mondiale".
Un'operazione un po' più complessa e costosa dell'omicidio Moro - attuata probabilmente dagli stessi attori e per gli stessi motivi - ma i tempi erano nel frattempo cambiati ed agli "anni di piombo" sono succeduti gli anni di una materia un po' meno nobile... .


Dopodiché, "stranamente", l'Opinione Pubblica non si è più indignata perché - da Prodi a Monti senza eccezioni - la LORO classe politica oltre ad essere manovrata e corrotta più che mai, sta svendendo al peggiore offerente l'Italia ed i suoi (ultimi) gioielli di famiglia.

Ricordando che la millantata crisi è un bene in quanto è arrivato il momento di rallentare la produzione industriale di beni inutili (si stima addirittura rappresentino l'80% del totale) e che le tasse esistono solo perché esiste il signoraggio bancario, si suggerisce di tener sempre presente che qualsiasi problema continua ad esistere nella sua gravità immutata - e va risolto - anche se ci si scherza sopra per ridurre lo stress a cui siamo sottoposti.

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